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Strasburgo pensa alla crisi demografica? No, ma vuol far pagare ai cittadini i viaggi per abortire in altri Stati Ue

Il "sacrificio solidale"

Strasburgo pensa alla crisi demografica? No, ma vuol far pagare ai cittadini i viaggi per abortire in altri Stati Ue

Il Parlamento europeo vota sì alla risoluzione di Iniziativa cit­ta­dini euro­pei (Ice), per istituire un meccanismo finanziario base volontaria e sostenuto da fondi dell’UE, per l’accesso all’interruzione sicura della gravidanza alle persone che vivono in Paesi Ue dove le leggi sono restrittive

Il commento - di Giovanna Ianniello - 18 Dicembre 2025 alle 14:34

Per alcune forze politiche presenti nel Parlamento europeo, l’inverno demografico calato sul Vecchio Continente non è una priorità. Anzi, diciamo che non è proprio considerato un tema. Presentare proposte per incentivare le nascite o ragionare di leggi per sostenere le famiglie nella scelta coraggiosa di mettere al mondo un bambino, infatti, non fa parte dell’attività politica quotidiana di alcuni gruppi, prevalentemente di sinistra, che si dicono vicini a movimenti pseudo femministi. Garantire l’aborto invece lo è una priorità: una assoluta, indiscussa, irrinunciabile priorità. Una cosa talmente urgente e fondamentale da arrivare a ipotizzare anche l’utilizzo dei fondi di altri Paesi europei per tutelarlo.

Un “sacrificio solidale” con fondi dei cittadini

Così nell’Europa composta da “Stati membri nei quali vi sono persistenti ostacoli giuridici e pratici” per interrompere una gravidanza, Strasburgo ha approvato la risoluzione «La mia voce, la mia scelta: per un aborto sicuro e acces­si­bile» di Iniziativa cit­ta­dini euro­pei (Ice), che ha raccolto 1,2 milioni di firme e che è patro­ci­nata da sigle radi­cali fem­mi­ni­ste. Il testo a cui l’Eurocamera ha detto “sì” prevede quello che viene indicato come un “sacrificio solidale”: l’istituzione di un meccanismo finanziario ‘opzionale’, aperto a tutti gli Stati membri su base volontaria e sostenuto da fondi dell’UE, per l’accesso all’interruzione sicura della gravidanza alle persone che non hanno accesso a un aborto sicuro e legale, nel rispetto di ciascuna normativa nazionale. In altre parole: saranno i cittadini dei singoli Stati membri a dover pagare con le loro tasse le spese di viaggio dei cittadini di altre nazioni Ue che vogliono abortire.

Vota a favore la sinistra

La risoluzione non è vincolante ma alla luce di questo voto l’Ue ha tempo fino a marzo 2026 per indicare eventuali misure – legislative o non legislative – che intende adottare, nonché le motivazioni della propria decisione. A votare a favore sono stati i gruppi di S&D, RE, Verdi e laSinistra. Nulla di nuovo, se non il commento post voto rilasciato in un momento di evidente euforia dalla relatrice del provvedimento, l’Eurodeputata di Re, Abir Al-Sahlani, che esultando ha parlato addirittura di voto che “rappresenta una grande vittoria per tutte le donne in Europa. L’UE ha finalmente dimostrato che la salute sessuale e riproduttiva è un diritto umano fondamentale”.

Ricerca di strumenti per abortire e mai di incentivi per incentivare la vita

Perché finora in tutti i molti modi era stato definito l’aborto, ma mai come un argomento di “salute sessuale”. Sfumature certo, di fronte a un tema così grande da non poter essere banalizzato ma da cui emerge chiara una certezza: non sono tutte le donne in Europa ad aver vinto con questo voto, come sostenuto dall’onorevole che non può parlare a nome di chi non rappresenta, ma la solita cultura della morte in cui si cercano strumenti per consentire l’aborto ma non si offrono mai alternative per incentivare la vita . E non c’è niente di più divisivo tra le donne europee e quelle di tutto il mondo, dell’idea che l’aborto vada incentivato mentre a invertire i dati della natalità ci penseranno altri. La speranza è che non sia troppo tardi quando anche loro lo capiranno.

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di Giovanna Ianniello - 18 Dicembre 2025