In carcere a Rebibbia
Segni particolari, 7 decreti di espulsione, ma sta ancora in Italia: il caso record di un 30enne egiziano
L’ultimo arresto è arrivato il primo dicembre: un pregiudicato egiziano, 30 anni ancora da compiere e 7 decreti di espulsione sul groppone, non riesce proprio ad andarsene dall’Italia, nazione alla quale deve essersi parecchio affezionato.
A ricostruire la vicenda paradossale e di mala giustizia il quotidiano Il Tempo, che riferisce che in questo momento il migrante sbarcato per pagarci le pensioni attualmente è ospitato nel carcere romano di Rebibbia con l’accusa di estorsione e furto, dopo una lunga serie di reati commessi nella Capitale e nei dintorni nel corso di appena 20 mesi.
Se 7 decreti di espulsione vi sembrano pochi
Nonostante fosse già destinatario di ben sette decreti di espulsione dall’Italia, l’uomo ha continuato a delinquere, approfittando delle lacune e dei ritardi nel sistema di espulsione degli stranieri irregolari. Ecco la tabella da record, così come ricostruita dal quotidiano diretto da Daniele Capezzone.
Il suo primo arresto risale all’11 marzo 2023, quando viene fermato per spaccio di droga e resistenza a pubblico ufficiale nella stazione ferroviaria del Lido di Lavinio. In seguito, convalidato l’arresto e gli viene notificato il primo decreto di espulsione, ma non è mai effettivamente allontanato dal territorio italiano.
Chi è l’egiziano: 30 anni, carico di precedenti
Appena due settimane dopo, l’uomo è nuovamente arrestato dalla Polfer e rinchiuso nella casa circondariale di Viterbo. Dopo circa un anno, viene scarcerato, ma al suo rilascio riceve nuovamente l’ordine di lasciare l’Italia entro sette giorni, ordine che è rinnovato più volte nei mesi successivi. Nonostante ciò, continua a circolare liberamente, accumulando denunce per furto aggravato, spaccio di droga, false dichiarazioni e ricettazione. In ogni occasione, viene denunciato a piede libero e riceve nuovi ordini di espulsione, mai eseguiti.
Nel periodo successivo, si rende responsabile di altri reati, tra cui rissa, resistenza a pubblico ufficiale e porto di armi e oggetti atti a offendere, sempre nella zona di Roma Termini e dell’Esquilino. Nonostante abbia ormai accumulato sette decreti di espulsione, nessuno ha provveduto a farli rispettare, permettendogli di continuare a commettere reati e a vivere indisturbato sul territorio nazionale. Solo dopo l’ennesimo arresto per estorsione e furto, il primo dicembre scorso, viene finalmente rinchiuso nel carcere di Rebibbia, dove ora sconta la sua pena. A spese dello Stato.