CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Schlein come Bruscolotti, ridicola marcatura “a francobollo” alla Meloni: un comizietto col Pd nel giorno di Giorgia ad Atreju

Le strane strategie del Pd

Schlein come Bruscolotti, ridicola marcatura “a francobollo” alla Meloni: un comizietto col Pd nel giorno di Giorgia ad Atreju

Politica - di Luca Maurelli - 3 Dicembre 2025 alle 10:31

La leggenda narra che Beppe Bruscolotti, coriaceo difensore del Napoli negli anni Settanta-Ottanta, amasse seguire il suo avversario fin dagli spogliatoi, per poi incollarsi in una marcatura “a uomo” in campo per addomesticarlo, redimerlo, sottometterlo, dopo avergli fatto sentire il fiato sul collo e il piedone sulle caviglie. Il suo soprannome, “Pal ’e fierro” (“palo di ferro”), nasceva dalla forza che imprimeva nei contrasti, nei quali era specialista, così come dello spazzamento dell’area col pallone spedito tra Procida e Ischia. Un idolo, per i tifosi azzurri, ma anche l’antitesi del calciatore tecnico, propositivo, illuminante. In oltre 500 partite col Napoli mise a segno una decina di gol, di cui uno solo davvero importante, in Coppa Uefa, con l’Anderlecht. Valoroso, implacabile, ma con i limiti di chi costruiva le sue prestazioni sugli avversari, quelli forti davvero. Non a caso la maglia della Nazionale non la indossò mai, pur essendo considerato un difensore di grande utilità.

Lo so. Il paragone con Elly Schlein, ovviamente sotto metafora, sembrerebbe azzardato. Ma riviste le perforance di Elly al Var politico, non è del tutto astruso, basta prescindere dall’aspetto fisico, dai bicipiti e dai polpaccioni di “Pal ‘e fierro”.

In primis va notato che la leader del Pd, ancora una volta, come accade da quando ha assunto la leadership dei Democratici, si disimpegna certamente meglio in difesa che in attacco: è un dato di fatto, almeno a giudicare dai sondaggi che da tre anni la inchiodano intorno al 22%, ma con Bruscolotti ha in comune soprattutto quell’istinto all’inseguimento, al tamponamento, al tackle scivolato in extremis, talvolta molto pericoloso in area di rigore. Lo dimostrano le mosse politiche del Pd degli ultimi anni, sempre al seguito di iniziative della destra (una su tutte, la riforma della giustizia e il successivo posizionamento della sinistra per il No, anche a costo di rinnegare posizioni diverse assunte negli anni scorsi) e la difficoltà di lanciarsi in contropiedi cercando di infilare gli avversari su temi non in agenda del governo Meloni. Ma sono le mosse pubbliche, comunicative, che denotano la scarsa fantasia politica della Schlein.

Anche sulla festa di Atreju è arrivata la conferma di un istinto, subliminare, a muoversi solo sulla mossa, o sulla finta, della rivale. Vado, non vado, vado solo se mi confronto con la Meloni, non vado più se c’è anche Conte. E infine – mossa bruscolettiana   se non posso anticipare la fracobollo. Da qui la decisione: domenica 14 dicembre, negli stessi minuti in cui la presidente del Consiglio salirà sul palco di Atreju per chiudere, come di consueto, la festa di Fratelli d’Italia, la segretaria del Pd terrà la relazione conclusiva dell’assemblea nazionale del suo partito, convocata per scrivere nello Statuto che in modo automatico la segretaria del partito, o chi per lei, nel 2027 sarà candidata premier alle elezioni Politiche. Un comizietto rapido, quanto basta per rubare qualche minuto sui media. Una mossa acuilina, si fa per dire, degna del miglior Bruscolotti o del peggior Gentile, quello che si attaccava alla maglia del campione, tipo Maradona.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Luca Maurelli - 3 Dicembre 2025