Accolto il ricorso
Scarcerato l’imam di San Salvario che giustificava la strage del 7 ottobre: tornerà in moschea. Sconcerto del centrodestra
La Corte d’Appello di Torino ha deciso che l’Imam Mohamed Shahin non deve essere trattenuto al Cpr di Caltanissetta e potrà quindi fare ritorno a Torino e alla sua moschea del quartiere San Salvario.
Shahin era recluso nel Cpr della città siciliana dallo scorso 24 novembre, dopo un provvedimento di espulsione firmato dal ministero dell’Interno conseguente ad alcune frasi pronunciate in piazza dall’Imam sull’attacco del 7 ottobre e sull’azione di Hamas.
La Corte d’Appello di Torino – sezione protezione internazionale – ha accolto il ricorso presentato dai legali di Shahin, rilevando che “sono emerse nuove informazioni tali da mettere in discussione la legittimità del trattenimento” e che “il procedimento relativo alle frasi proferite alla manifestazione del 9 ottobre 2025 () è stato immediatamente archiviato da parte della stessa Procura () atteso che le dichiarazioni del trattenuto sono ‘espressione di pensiero che non integra gli estremi di reato'”.
“Liberare l’imam di San Salvario è una scelta irresponsabile”
“Questa vicenda – dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami – suona come l’ennesima conferma del livello di politicizzazione di una parte della nostra magistratura, al punto da mettere a rischio la stessa sicurezza dei cittadini. Una scelta irresponsabile che arriva il giorno dopo il massacro in Australia e in un momento particolarmente delicato per l’ordine pubblico, a causa proprio della violenza e dalla propaganda integralista e pro-Pal nelle piazze. Per quanto ci riguarda – conclude Bignami – per Fratelli d’Italia la sicurezza rappresenta la priorità e continueremo a denunciare chi, come l’imam Shahin, vuole soltanto fomentare un clima di odio”.
Kelany: da brividi che l’imam di San Salvario venga rilasciato dopo la strage di Sidney
Pressoche unanime lo sconcerto del centrodestra. “Quella della Corte di appello di Torino – commenta Sara Kelany, deputata e responsabile Immigrazione FdI – è l’ennesima sentenza che va contro le decisioni assunte dallo Stato per tutelare la sicurezza dei cittadini”. Una decisione, che “di fatto accontenta le richieste della sinistra che si è mobilitata con manifestazioni e atti politici a favore di un imam che ha giustificato l’attentato di Hamas del 7 ottobre 2023 affermando che non è stata ‘violenza’ ma una reazione legittima l’uccisione di 1.200 persone e il rapimento di altre 250″.
“Vengono i brividi – prosegue la parlamentare di Fratelli d’Italia – a pensare che una decisione del genere arrivi all’indomani della strage di Sidney contro la comunità ebraica. Il paradosso è che di questo passo la sicurezza della Nazione in un momento cosi’ delicato sara’ gestita dai tribunali e non dal ministero competente, che ha assunto una decisione giusta e doverosa nei confronti di un imam che avalla il terrorismo”. “Presenteremo un’ interrogazione parlamentare per chiedere che il ministro della Giustizia possa valutare la questione, perche’ la sicurezza dei cittadini e’ un bene fondamentale”, conclude Kelany.
Per il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, “mentre in Australia l’odio antiebraico fa quindici morti, per la Corte d’Appello di Torino l’imam Sharon di San Salvario che giustifica l’orrenda strage del 7 ottobre 2023 può andare tranquillamente in giro a diffondere le sue idee. È preoccupante la tendenza di certi magistrati di andare sempre e comunque contro l’azione del Governo a difesa della sicurezza degli Italiani”.
Gasparri: decisione irresponsabile e fuori dalla realtà
Definisce “assurda la decisione della Corte d’Appello di Torino” anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. “Un fatto gravissimo – a<ggiunge – che va contro le decisioni dell’autorità dello Stato e manda un messaggio pericoloso”. Per Gasparri, “rimettere in circolazione un soggetto che ha apertamente giustificato il terrorismo di Hamas è incommentabile e ci dimostra come sia sempre più urgente una riforma della giustizia per porre fine alle correnti politicizzate. In un contesto internazionale segnato da violenze e tensioni crescenti, questa decisione appare irresponsabile e fuori dalla realtà”.
Montaruli: siamo di fronte alla resa della giustizia
Per la deputata torinese Augusta Montaruli è “un epilogo sconcertante che arriva proprio in un periodo dove il proselitismo pro Hamas sta mietendo vittime e ancor più lo sarà dopo una decisione che permetterà di tornare a capo di una moschea un personaggio ritenuto avente profili di pericolosità ben prima di questo ottobre tanto da negargli la cittadinanza”.
“Peraltro – sottolinea la deputata vicecapogruppo FdI alla Camera – tutto ciò si svolge in una città, come Torino, che in questi mesi è stata protagonista di devastazioni, contestazioni, violenza inaudita da parte di attivisti di centri sociali e pro pal, che ancora una volta potranno ancor di più sentirsi legittimati. Siamo di fronte alla resa della giustizia ai danni dei cittadini senza alcun elemento di diritto apprezzabile, a fronte di una prima pronuncia da parte della stessa Corte d’appello. Ecco perché vale la pena verificare maggiormente tutti i profili di questa vicenda. Noi andremo avanti”, conclude l’esponente di Fratelli d’Italia.