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Saiffedine Maaroufi, spunta un altro l’imam “politico” di Lecce che festeggia per la liberazione di Shahin e pubblica foto di Haniyeh
Spunta un altro imam “politico” in Italia, stavolta a Lecce. Il suo nome è Saiffedine Maaroufi, che sui social ha pubblicato la foto dell’ex capo di Hamas Ismail Haniyeh mentre viene accolto da Allah in paradiso, un’immagine di Trump e Netanyahu che si stringono la mano con la scritta “Associazione a delinquere”, un commento ambiguo sull’11 settembre e un grande attivismo pro-Pal. A portare il caso all’attenzione delle cronache è stato Il Giornale, che ha spiegato come Maaroufi abbia difeso a spada tratta l’imam di Torino Mohamed Shahin, appena liberato dai giudici dal Cpr di Caltanissetta. L’uomo aveva sostenuto che il massacro di Hamas del 7 ottobre 2023 nei confronti degli israeliani non fosse “una violenza”.
Ebbene, il sacerdote islamico di Lecce ha anche sposato le posizioni della giornalista Karima Moual su Facebook, ringraziandola pubblicamente: “Per la destra islamofoba è finita la pacchia. L’Islam italiano oggi è anche ben organizzato. La liberazione dell’imam Shahin ne è la dimostrazione”. Poi ha aggiunto: “Lo noterete nei commenti: Sembra che l’articolo funzioni anche come calamita per i fascisti”, inventandosi di sana pianta “un approccio suprematista e neocolonialista alla legge, che non vale per tutti”.
Il legame di Maaroufi con l’Arci, i like a Potere al Popolo e gli attacchi al governo
Maaroufi ha anche relazioni strette con l’Arci di Lecce, che gli organizza dibattiti “tra Islam e ateismo”. Ha messo “mi piace” alla deputata pentastellata Stefania Ascari, che ha gioito per Shahin e richiesto la liberazione dei palestinesi arrestati in Italia con l’accusa di terrorismo. Un altro like è per Potere al Popolo – Lecce. A parlare di una certa vicinanza tra estremisti di sinistra e islamici è stata l’europarlamentare leghista Anna Maria Cisint: “Siamo in piena caccia alle streghe e all’appello mancano solo i tribunali dell’inquisizione”.
Inoltre l’imam di Lecce si è scagliato contro Giorgia Meloni, ha pubblicato i post di Francesca Albanese e ha anche attaccato il leader del Carroccio Matteo Salvini per un post che esprimeva solidarietà “al popolo di Israele, ancora una volta bersaglio di missili e violenza”, l’11 maggio 2021. In quel caso, Maaroufi aveva scritto che “se non fossimo in una situazione #drammatica, ci verrebbe da ridere, leggendo delle affermazioni del genere!”.
Dichiarazioni infelici e post ambigui
Oltre ad aver pubblicato la foto di Haniyeh lo scorso anno, l’imam leccese ha scritto una specie di elogio funebre il 31 luglio dell’anno scorso: “Allah, amiamo incontrarti Onora i credenti che accogli nel tuo infinito paradiso”. Ma non finisce qui, perché Maaroufi ha anche accusato Trump e Netanyahu di essere uniti “con lo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti, formando un’organizzazione criminale stabile”. L’11 settembre parla in maniera ambigua, parlando forse del ricordo dell’Olocausto: “L’abbiamo capito un po’ tardi, ma almeno ora sappiamo che “La Memoria” che non si smette di metterci sotto il naso, non serve affinché non si ripetano i vecchi crimini contro l’umanità, ma per giustificare quelli nuovi. In breve: Ho sofferto quindi posso!”.
Inoltre, ill 24 settembre, l’imam ha condiviso orgogliosamente le foto dell’incontro del rettore dell’università del Salento, Fabio Pollice, con i sostenitori della Freedom Flotilla. Al suo fianco Shoukri “Shosho” Hroub, ideologicamente vicino al Fronte popolare di liberazione della Palestina, organizzazione terroristica per Usa e Ue. Sulla sua pagina Facebook, Maaroufi ha pubblicato anche un video che ritrae Yassine Lafram da Istanbul, appena liberato dopo il blocco israeliano alla Flotilla. Il suo legame con il presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche in Italia è dimostrato anche da foto in cui compare assieme al Centro islamico di Saronno.
Cisint: “Volti e nomi tornano”
“Volti e nomi tornano. A partire dall’Ucoii, che è il braccio operativo della Fratellanza Musulmana e che, con finanziamenti provenienti dal Qatar, controlla centinaia di moschee e imam sparsi sul territorio nazionale”. Queste le parole dell’europarlamentare della Lega Cisint su l caso Maaroufi. In sostanza, esiste “un vero arsenale di predicatori politicizzati e radicalizzati, pronti a indottrinare giovani in tutta Italia. Sono uniti in una rete organizzata per mettere le mani sulla nostra democrazia“.