Oggi Zelenski, ma non solo...
Roma “caput mundi” della diplomazia e della pace: il ritorno della centralità della Capitale col governo Meloni
La città eterna è diventata simbolo di incontri cruciali tra i leader mondiali a conferma di una credibilità frutto dell'impegno di Giorgia Meloni
Roma è tornata a essere capitale mondiale della diplomazia e della pace. E’ questa la constatazione di un 2025 duro e difficile, che ha visto acuirsi e poi fortunatamente interrompere il conflitto in Medioriente e che vede ancora in corso quello di Kiev. Ma la nostra capitale, e per una serie di ragioni diverse, ha riacquisito prestigio e credibilità. Gli incontri di queste ore con Volodimir Zelensky non sono un fatto isolato.
I fatti e gli incontri
Roma è stata sede di incontri cruciali nei passaggi diplomatici tuttora in corso. I funerali di Papa Francesco, ad esempio, sono stati l’occasione per ricomporre le divisioni del mondo occidentale. Con San Pietro che è diventato il teatro per rinsaldare l’alleanza tra gli Stati Uniti di Donald Trump, la Gran Bretagna e il gruppo dei volenterosi dell’Unione Europea.
Cosi come l’insediamento di Leone XIV. Certo, la presenza del Vaticano è sempre di vitale importanza e consolida il prestigio italiano ma il Vaticano a Roma c’è sempre stato e oggi si registrano altri cambiamenti geopolitici.
L’incontro Trump-Putin
Un prestigio che era stato confermato dalla possibilità, poi respinta dalla Russia, che Roma ospitasse il vertice ferragostano tra Putin e Trump. Proprio la nostra capitale era stata indicata come sede naturale dell’evento tenutosi in Alaska per il rifiuto della federazione russa.
La conferenza sull’Ucraina
Sempre Roma ha ospitato a luglio la conferenza internazionale sulla ripresa e sul sostegno dell’Ucraina e anche questa non è stata una scelta dettata dalla casualità. I temi di quell’incontro hanno segnato successivamente le azioni e le strategie sia dell’Unione Europea che del resto dell’Occidente sulla questione del sostegno globale a Kiev, anche immaginando il dopoguerra.
Il piano Mattei e la questione africana
La definizione del Piano Mattei ha portato tutto il mondo nella città eterna per discutere delle strategie da adottare nei confronti del continente africano. Anche qui, l’impulso dato dal nostro esecutivo ha conosciuto atti e momenti concreti di attenzione verso l’Africa, sul piano globale.
Un ritrovato prestigio internazionale
La bellezza della città eterna e la sua storia, la preziosa presenza del Vaticano non bastano da sole a definire il nuovo ruolo, centrale di Roma nella diplomazia internazionale. E’ il ritrovato prestigio del governo che segna la differenza. La politica estera di Giorgia Meloni è rimasta salda nella tradizione atlantica. Ma raramente, e mai nella seconda Repubblica, l’Italia aveva assunto così dominante nelle dinamiche diplomatiche, eleggendo di fatto la sua capitale a città baricentrica nella geopolitica. E recuperando quella vocazione alla intermediazione e alla pace che contraddistingue da sempre l’Italia.