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Persino Canfora ridicolizza Zerocalcare &Co: “Firmare appelli è una sorta di malattia mentale da primedonne”

Schiaffo alla censura

Persino Canfora ridicolizza Zerocalcare &Co: “Firmare appelli è una sorta di malattia mentale da primedonne”

La voce dello storico di sinistra rompe l'unanimismo del circoletto degli intolleranti: "Giusta la decisione di far partecipare Passaggio al Bosco a Più libri più liberi. Non siamo tornati alla Controriforma che aveva l'elenco dei libri proibiti". "Zerocalcare? Non ne sentiremo la mancanza"

Politica - di Gabriele Alberti - 4 Dicembre 2025 - AGGIORNATO ALLE 15:28

“L’aver lasciato che la casa editrice di testi di estrema destra Passaggio al bosco esponesse a Più libri più liberi “è stata la decisione giusta. Mi pare ovvio, non siamo tornati alla controriforma che aveva l’elenco dei libri proibiti. Comunque l’antifascismo da salotto fa ridere”. Da incorniciare lo sberleffo con cui Luciano Canfora seppellisce l’intolleranza della compagnia dei censori.  Intellettuale di sinistra, sempre all’attacco del governo Meloni, protagonista di un contenzioso con la presidente del consiglio Giorgia Meloni (la definì “nazista nell’animo”)  prende comunque le distanze dal circoletto rosso. Che da Zerocalcare a Scurati, da Montanari a Raimo, a Giannini si sono asserragliati nella crociata ad excludendum della casa editrice diretta da Marco Scatarzi. Proprio come i veri democratici fanno, tolleranti, inclusivi amanti del dialogo tra idee opposte….Tanto di cappello al professore di sinistra che rompe l’unanimismo conformista

Persino Canfora ridicolizza Zerocalcare e il circoletto rosso

Ebbene Canfora stende tutti lorsignori con poche frasi: “Comunque l’antifascismo da salotto fa ridere”. Il riferimento è all’ennesimo appello che cozza con i valori di una democrazia: la lettera con la quale 80 fra scrittori e altre personalità hanno chiesto l’esclusione di Passaggio al bosco. Zerocalcare ha rinunciato ad andare alla buckhmesse. Raimo ha chiesto agli organizzatorie “paletti democratici” che naturalmente sa lui quali siano… Anche oggi, primo giorno della fiera libraria non sono mancate le sceneggiate e le protesta di fronte allo stand di Passaggio al Bosco. Canfora li ridicolizza tutti: “Di solito chi firma gli appelli lo fa per esibire se stesso, è una specie di malattia mentale delle primedonne – osserva lo storico e filologo -. Non si combatte contro i rigurgiti o i ritorni del fascismo con i divieti, si fa facendo cultura, discutendo, vincendo politicamente, non con la censura che è molto comoda”. Molta ironia e molta verità.

Canfora: “Zerocalcare? Non soffriremo per questa mancanza”

Assumere queste posizioni censorie invece “serve anche ad entrare finalmente nella prima pagina di qualche giornale: che è l’obiettivo supremo degli intellettuali di solito”. Canfora evidentemente conosce bene il narcisismo di base di molti intellò. Quando l’Ansa gli chiede se condivide la decisione di Zerocalcare di non partecipare, Canfora si supera.  “Fatti suoi, avrà avuto da fare altrove.  Io non so chi lui sia veramente, però va benissimo. Non credo che soffriremo per questa mancanza”. Afferma che la casa editrice Passaggio al bosco “non mi era nota prima. Però lo spirito spira dovunque, dice il Vangelo di Giovanni, o il Faust di Goethe. Quindi calmatevi, è il caso di dire, anche perché quando Adelphi stampa Celine, feroce antisemita invece va bene?”. E’ il suo punto di vista.  Quest’anno lo storico non ha incontri alla fiera (dov’era invece tra gli ospiti l’anno scorso). Ma se fosse stato nel programma, avrebbe cancellato la partecipazione?, gli chiedono. Ma quando mai?: “Non ho mai praticato in vita mia la censura verso chicchessia, ho sempre preferito la parola alla polizia”.

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