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Ora Askatasuna minaccia: “Niente sarà più come prima”. L’idea di Zangrillo: l’edificio vada ai poliziotti

Dopo lo sgombero

Ora Askatasuna minaccia: “Niente sarà più come prima”. L’idea di Zangrillo: l’edificio vada ai poliziotti

Cronaca - di Redazione - 19 Dicembre 2025 alle 11:00

«Niente sarà più come prima, il campo è stato tracciato, chi con noi continua a volere un presente e un futuro diversi sa che la partita non è finita, ma solo iniziata»: sui canali social gli autonomi del centro sociale Askatasuna, sgomberato ieri all’alba della polizia, lanciano inquietanti minacce.

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Nel post vengono annunciate iniziative per le prossime ore, in particolare un corteo per sabato che partirà dal quartiere Vanchiglia dove si trova l’edificio, in corso Regina Margherita 47, che era occupato da circa trent’anni. «Sabato sarà un primo passaggio per unirsi di fronte a quanto accaduto e per iniziare a guardare al futuro, per dichiarare solidarietà e soprattutto per ribadire che l’attacco alla città di Torino da parte del governo ha un obiettivo chiaro ossia quello di colpire il movimento per la Palestina, chi si è mobilitato da sempre e chi in questi mesi. La migliore risposta è continuare a lottare insieme», concludono gli autonomi.

Dieci poliziotti feriti durante gli scontri di giovedì sera a Torino

Dieci agenti feriti. È questo il bilancio degli scontri avvenuti durante la manifestazione di giovedì sera in corso Regina Margherita, a Torino, davanti alla sede del centro sociale Askatasuna, sgomberato dalle forze dell’ordine.

L’operazione rientra nell’ambito dell’inchiesta sugli assalti alle OGR, alla sede de La Stampa la scorsa settimana e allo stabilimento Leonardo, avvenuti durante le manifestazioni pro-Pal.

Nel corso della serata, una parte dei manifestanti ha tentato di rientrare nello storico edificio occupato dal 1996, ma è stata respinta dal cordone di sicurezza delle forze di polizia, che ha fatto ricorso anche all’uso dell’idrante. Parallelamente, un secondo gruppo di attivisti si è spostato verso il Campus Einaudi, dove sono comparse scritte sui muri; anche in questo caso l’intervento delle forze dell’ordine ha limitato tensioni e danni.
Durante il presidio è stata infine annunciata una nuova manifestazione per sabato pomeriggio 20 dicembre 2025, in piazza Santa Giulia, nel quartiere di Vanchiglia.

Zangrillo: lo sgombero di Askatasuna arrivato troppo tardi

Dopo lo sgombero dello storico centro sociale torinese Askatasuna il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, in un’intervista al Corriere della Sera, esprime parole durissime verso la gestione locale della vicenda affermando: «Quanto mi piacerebbe che quelli di Aska una volta nella vita cominciassero a riflettere sui loro errori. Ma non lo faranno. Il sindaco Stefano Lo Russo, che conosco ed è una persona perbene, è stato un grandissimo illuso, cercava di creare un percorso con loro. Ma che percorso puoi creare con gente che da anni realizza un presidio permanente No Tav con attacchi continui alle forze dell’ordine? Per non parlare del resto…».

Zangrillo sottolinea come l’intervento sia arrivato con eccessivo temporeggiamento spiegando che «per questo dico che ci siamo mossi anzi con grande ritardo, questo sgombero andava fatto prima. Come puoi immaginare di fare un patto con chi si ritiene l’anti-Stato e professa l’illegalità? Un’idea scellerata, quella del sindaco dem di Torino, che non considero complice però, attenzione, credo che non è stato all’altezza, non ha capito che Askatasuna non era un centro sociale, ma un centro dell’antagonismo italiano. E i patti si fanno con chi rispetta le leggi, non con i delinquenti».

“Ho vissuto gli anni ’70, sta riemergendo un linguaggio eversivo”

Il ministro manifesta inoltre una profonda preoccupazione per il clima sociale e il ritorno di certi linguaggi ricordando che «a fine settembre m’invitarono alla Festa dell’Unità e appena attaccai a parlare di Askatasuna cominciarono a dirmi che ero fascista. Ma questo è folklore. Penso invece ai segnali inquietanti che arrivano da più parti, perché poi c’è sempre il rischio di una saldatura tra mondi in fermento: l’imam di Torino che giustifica il 7 ottobre, le scritte “spara a Giorgia” con le stelle a 5 punte sui muri. Io li ho vissuti gli anni ’70 e un certo linguaggio eversivo mi pare stia riemergendo. Guai a sottovalutare, la situazione può sfuggire di mano».

“Il locale sgomberato da Askatasuna? Dedichiamolo alle forze dell’ordine”

Rispetto alle critiche della sinistra su una presunta disparità di trattamento con altre realtà occupate, Zangrillo chiarisce la sua posizione di coerenza istituzionale dichiarando che «io su CasaPound la penso come su Askatasuna: quel palazzo va sgomberato».

Infine, guardando al futuro dell’immobile, il ministro propone una destinazione d’uso simbolica per la città precisando che «è un palazzo della Pubblica amministrazione occupato da 30 anni, ne farei un centro culturale, un luogo aperto a tutti, alle stesse forze dell’ordine che vengono sempre ingiuriate pure quando reagiscono alle violenze» e suggerisce di intitolarlo alle vittime torinesi del terrorismo come Carlo Casalegno, Rosario Berardi o Fulvio Croce. 

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di Redazione - 19 Dicembre 2025