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Nomi in arabo e donne velate che portano il trofeo: la Supercoppa italiana in Arabia Saudita cancella l’identità

Altro che inclusione

Nomi in arabo e donne velate che portano il trofeo: la Supercoppa italiana in Arabia Saudita cancella l’identità

Politica - di Gabriele Caramelli - 19 Dicembre 2025 alle 20:04

Il Napoli ha trionfato contro il Milan nella finale di Supercoppa italiana, giocata in Arabia Saudita, ma certi particolari non sono passati inosservati. Se è vero che ogni anno l’evento sportivo si gioca in diverse parti del mondo, bisogna ammettere che assistere ai nomi in lingua mediorientale sulle maglie dei giocatori di Serie A svilisce anche l’identità del nostro calcio. Quanto alle due donne che hanno consegnato un trofeo indossando il burqa, non si può certamente pensareche l’episodio rappresenti un fulgido esempio di inclusione sociale per la categoria femminile .

A intervenire nel merito della questione è stata l’europarlamentare della Lega Silvia Sardone, che in una nota ha espresso tutto il suo stupore: “Partite in Arabia Saudita, nomi dei calciatori sulle maglie del Milan in arabo e donne velate a portare il trofeo. Come può la Lega Calcio permettere tutto questo? Capiamo che ormai non è più sport ma solo una questione di soldi, però a tutto dovrebbe esserci un limite”. Insomma, si parla di immagini che “lasciano perplessi”.

Supercoppa italiana tra donne con il burqa e nomi in arabo, altro che inclusione

“Già giocare in Arabia Saudita non è il massimo – ha ribadito Sardone -, ma poi vedere, di nuovo, la celebrazione del velo islamico, lo strumento d’oppressione per eccellenza, rappresenta una vergogna assoluta! Immaginavamo  un ripensamento, dopo le scene delle donne velate con la coppa dell’anno scorso e invece ci sbagliavamo”. Il messaggio della vicesegretaria del Carroccio termina con un appello alla conservazione dell’identità italiana: “Basta con la svendita del nostro calcio e delle nostre tradizioni! La Lega Calcio cominci a pensare ai tifosi anziché prestare il fianco a chi ci regala immagini che rappresentano uno spot all’islamismo“.

 

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di Gabriele Caramelli - 19 Dicembre 2025