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Pro-Pal Verona leoni

La protesta permanente

Neanche il Natale ferma i pro-Pal: imbrattano i leoni simbolo di Verona. Mazzi: “È ora che paghino i danni”

Scritte con vernice verde e blu tra San Zeno e Castelvecchio: la Polizia indaga sugli autori, Mazzi invoca risarcimenti personali per lo sfregio al patrimonio storico

Cronaca - di Ginevra Lai - 25 Dicembre 2025 alle 18:36

Verona si è svegliata con un regalo di Natale che nessuno aveva chiesto: vernice sui monumenti, slogan ideologici e il solito copione che si ripete, puntuale come l’influenza stagionale. Mentre la città rallenta, i presepi vengono accesi e le famiglie si raccolgono, c’è chi non stacca mai la spina della protesta permanente. I militanti pro‑Palestina, a quanto pare, non vanno in ferie neppure sotto le feste e oggi prendono di mira gli storici leoni stilofori di San Zeno.

Monumenti nel mirino

Tra piazza Corrubbio e Castelvecchio, i simboli identitari di Verona sono stati sfregiati con scritte in vernice verde e blu. “Free Gaza” ai piedi del monumento al Bersagliere, un simbolo anarchico sul complesso scaligero: un messaggio confuso, appiccicato dove capita, con l’illusione che imbrattare la pietra medievale possa cambiare il corso della geopolitica. La Polizia indaga e le immagini delle telecamere di videosorveglianza potrebbero trasformare l’anonimato militante in un ricordo.

Attivismo o vandalismo?

C’è qualcosa di grottesco, oltre che di grave, in questo attivismo di quartiere: l’idea che il patrimonio storico italiano sia una lavagna su cui sfogare rabbia importata. Verona non è una bacheca e i suoi monumenti non sono pannelli pubblicitari per slogan di giornata. È una città che custodisce secoli di storia e che chiede rispetto, soprattutto a Natale.

Il governo: “Paghino i danni”

Il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, ha messo così i puntini sulle “i”. Le sue dichiarazioni vanno riportate integralmente: “È vergognoso quanto accaduto a Verona dove sedicenti attivisti ProPal hanno profanato e imbrattato Castelvecchio e la Basilica di San Zeno. Si tratta di un gesto ancora più odioso perché pianificato e posto in essere a Natale. Ci auguriamo che le forze dell’ordine riescano a identificare al più presto i responsabili di questo atto vandalico ai danni del patrimonio culturale pubblico e che la magistratura li condanni a risarcire personalmente tutti i danni, fino all’ultimo euro”.

Parole di condanna anche dal presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana: “Colpire un luogo sacro significa offendere non solo il patrimonio storico e artistico, ma anche il sentimento più profondo di tanti cittadini. Farlo nel periodo natalizio rende questo gesto ancora più grave”.

“Mi auguro che i responsabili vengano identificati al più presto e che paghino fino all’ultimo euro i danni causati. Difendere la nostra cultura significa anche tutelarla da chi la calpesta con simili provocazioni”, commenta anche Maddalena Morgante, deputato veronese di Fratelli d’Italia.

Responsabilità e conto finale

Parole che centrano il punto: responsabilità personale, risarcimento integrale, tutela dei beni comuni. È il minimo sindacale in un Paese che troppo spesso confonde la libertà di manifestare con la licenza di devastare. Qui non c’è dissenso, c’è vandalismo. Non c’è politica, c’è esibizionismo.

Il paradosso è che questi atti finiscono per ottenere l’effetto opposto: allontanano, stancano, irritano. Non convincono nessuno e danneggiano tutti. Verona, intanto, dovrà pagare il conto della pulizia e del ripristino, mentre i “protestatari” rivendicano purezza morale a colpi di spray.

Se proprio non si riesce a fare una pausa a Natale, almeno si impari una lezione elementare: la storia non è un muro bianco. E chi la sporca, prima o poi, deve rispondere. Anche – e soprattutto – quando la città è in festa.

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di Ginevra Lai - 25 Dicembre 2025