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Mosca minaccia i “volenterosi” europei: “I loro soldati obiettivi legittimi”. Oggi Zelensky incontra Trump

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Mosca minaccia i “volenterosi” europei: “I loro soldati obiettivi legittimi”. Oggi Zelensky incontra Trump

Esteri - di Robert Perdicchi - 28 Dicembre 2025 alle 12:54

“Le truppe europee della Coalizione dei Volenterosi, qualora dovessero essere dispiegate in Ucraina, sarebbero un obiettivo legittimo per le forze armate russe”, è la minaccia mattutina del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in un’intervista all’agenzia di stampa Tass, nel giorno dell’incontro, forse decisivo per la pace in Ucraina, tra Trump e Zelensky. “Le ambizioni dei politici europei li accecano letteralmente: non solo non si preoccupano degli ucraini, ma sembrano non preoccuparsi neppure della propria popolazione. Come si spiega, altrimenti, il dibattito in corso in Europa sull’invio di contingenti militari in Ucraina sotto forma di una ‘Coalizione dei Volenterosi’? Lo abbiamo già affermato cento volte: in tal caso diventerebbero un obiettivo legittimo per le nostre forze armate”, ha osservato Lavrov.

Zelensky vede Trump alle 19 (ora italiana)

E’ previsto per oggi, domenica 28 dicembre, l’atteso faccia a faccia tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per provare a porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia. L’incontro si terrà alle 19 ora italiana, le 13 in Florida, ha reso noto la Casa Bianca, che ha diffuso l’agenda odierna di Trump. Sul tavolo, a Mar-a-Lago, il piano in 20 punti che dovrebbe costituire la base del dialogo anche con Vladimir Putin.

I nodi da sciogliere

Il piano è ancora provvisorio. Eloquente, in tal senso, le dichiarazioni che Trump ha rilasciato a Politico nella giornata di venerdì: “Senza la mia approvazione, Zelensky non ha nulla”. Il presidente ucraino, alla vigilia del meeting, ha dichiarato che le bozze fondamentali relative a un quadro di pace e alle garanzie di sicurezza sono in fase avanzata di definizione.

E ha aggiunto che l’incontro si concentrerà su delicate questioni territoriali, inclusa la regione orientale del Donbass e la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Le concessioni territoriali rappresentano l’ostacolo più significativo nei negoziati in corso. Zelensky cercherà di rinegoziare la proposta Usa che imporrebbe alle forze ucraine un ritiro completo dal Donbass. Kiev auspica un congelamento dei combattimenti lungo le attuali linee del fronte, mentre Mosca persegue il pieno controllo del Donbass, pur controllando solo il 70% dell’oblast del Donetsk.

Gli Stati Uniti hanno avanzato una proposta di compromesso che prevede una zona economica libera qualora l’Ucraina rinunci all’area. Zelensky ha ribadito che qualsiasi decisione che implichi un compromesso territoriale dovrebbe ricevere l’approvazione del popolo ucraino, potenzialmente attraverso un referendum. La Russia, a oggi, non ha segnalato pubblicamente quali proposte potrebbe accettare. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che Mosca non intende commentare i documenti statunitensi, sostenendo che le dichiarazioni pubbliche potrebbero compromettere i negoziati.

Putin tira dritto

Putin, intanto, tira dritto. Mosca continua a colpire l’Ucraina con raid massicci, che non risparmiano obiettivi civili. Il presidente russo, in mimetica durante la vista ad un centro di comando, ha rivendicato nuovi progressi delle sue truppe in diverse aree dell’Ucraina. In particolare, Putin ha sottolineato la liberazione della città di Hulyaypole nella regione di Zaporizhzhia e di una serie di centri nel Donetsk: Dimitrov, Rodinskoe, Myrnograd.

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