La sinistra non festeggia più
Migranti, la Ue dà ragione all’Italia e Ilaria Salis schiuma: “Un salto di qualità razzista e autoritario”
Il tempo è galantuomo. La Ue capovolge la bocciatura dai parte dei giudici del piano migranti italiano dando il via libero al nuovo regolamento sui paesi sicuri e alla stretta sui rimpatri degli immigrati irregolari. Si prevede quindi la creazione di hub fuori dall’Unione europea. Due decisioni che potrebbero sbloccare i centri in Albania, frutto dell’accordo Roma-Tirana. Parallelamente, i ministri degli Esteri dell’Unione hanno deciso le cifre della solidarietà con i Paesi di primo arrivo per il 2026. A Italia, Spagna, Grecia e Cipro dovranno essere garantiti 21 mila ricollocamenti o 420 milioni di euro di contributi finanziari.
Migranti, la svolta della Ue sui Paesi terzi e i rimpatri
La virata dell’Europa è stata possibile grazie al lavoro del governo italiano che da 3 anni ha spinto per collocare il dossier dell’immigrazione clandestina al centro dell’agenda europea per contrastare i flussi irregolari. Una riforma decisiva, destinata a dare una spinta ai rimpatri (al momento pari al 20% del totale dei fogli di via emessi). Prevista anche la possibilità di detenzione fino a 24 mesi per i migranti irregolari che non cooperano o rischiano di far perdere le tracce, o indefinita per quelli che costituiscono una “minaccia alla sicurezza”.
FdI: ora la sinistra non ha più nulla da festeggiare
Grande soddisfazione da parte di Fratelli d’Italia. “Da sempre sosteniamo che l’immigrazione clandestina vada gestita con regole chiare, procedure rapide e cooperazione sui Paesi terzi sicuri”, si legge sul sito Facebook del partito della premier Meloni. “Oggi l’Europa adotta esattamente quel modello e il protocollo Albania trova piena legittimazione. La sinistra, che sperava di vedere la propria Nazione fallire nell’obiettivo di contrastare l’immigrazione clandestina, ora non ha più nulla da festeggiare. Avevamo ragione noi“.
Salis: è un salto di qualità razzista e autoritaria
Dalle opposizioni solo musi lunghi. Spicca la reazione scalmanata dell’europarlamentare Ilaria Salis all’attacco della stretta di Bruxelles sull’immigrazione irregolare. “Il Consiglio d’Europa ha conferito ai governi nazionali un mandato che, fino a pochi anni fa, sarebbe parso impensabile in un sistema democratico”. Per la maestra cresciuta a comunismo e occupazioni abusive si tratterebbe di un piano di deportazione di massa, attuabile attraverso campi di detenzione extra-territoriali”. Poco importa se gli unici a essere interessati al piano sono i migranti irregolari, che senza documenti e senza diritto di permanenza in Europa, gravano sul welfare togliendo risorse ha diritto di asilo. Salis indossa l’elmetto. “Si tratta di un salto di qualità razzista e autoritario nelle politiche sul diritto d’asilo. Una svolta profondamente negativa, che rivela tutta l’oscurità del tempo presente. Il diritto internazionale viene ridotto a carta straccia, sostituito dall’arbitrio dello Stato sovrano”. L’europarlamentare, salvata dal carcere in Ungheria dalla coppia Fratoianni-Bonelli, gioca sporco alimentando la paura. “C’è un clima generale sempre più autoritario, che colpisce con crescente violenza e disprezzo le persone migranti e razzializzate. Oggi tocca a loro, ma domani toccherà a molti altri”.