Guardare oltre
Meloni vede il Re del Bahrein: energia, intese commerciali e scambi, così l’Italia torna protagonista nel Golfo
Nel vertice di Manama, la premier punta su cooperazione energetica, sicurezza e grandi progetti infrastrutturali, consolidando la presenza italiana nella regione
A Manama, Giorgia Meloni porta con sé il risultato di tre anni di lavoro diplomatico costante, condotto senza clamore ma con una progressione che ha aperto all’Italia un accesso privilegiato nell’area del Golfo. Prima tappa del viaggio è l’incontro con il re del Bahrein, Hamad bin Isa Al-Khalifa, affiancato dal principe ereditario e primo ministro, Salman bin Hamad Al-Khalifa. Un colloquio che, come comunicato da Palazzo Chigi, “ha confermato la comune volontà di proseguire nel percorso di consolidamento dei rapporti bilaterali”, avviato con il memorandum che lo scorso settembre ha istituito il Partenariato Strategico sugli Investimenti.
Medio Oriente e Ucraina: ordine del giorno
Nel solo 2025, la premier ha incontrato i vertici del Regno in quattro occasioni. Oggi, sul tavolo “le principali questioni internazionali, con particolare riferimento agli sforzi comuni per la stabilizzazione del Medio Oriente e per una pace giusta e duratura in Ucraina”, aggiunge la nota ufficiale. Passaggi che mostrano come la relazione con Manama sia ormai parte di una cornice geopolitica più ampia.
Un invito selettivo nel cuore del Golfo
Nelle prossime ore Meloni prenderà parte al 46º summit del Consiglio di Cooperazione del Golfo, l’organizzazione che dal 1981 riunisce Bahrein, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar. La platea degli ospiti esterni è tradizionalmente ristretta: nel 2007 fu invitato l’allora presidente iraniano Ahmadinejad; nel 2015 toccò a François Hollande; nel 2016 a Theresa May; nel 2022 a Xi Jinping; nel 2023 a Recep Tayyip Erdogan. L’Italia entra ora in questa cerchia limitata.
L’invito arriva in una fase in cui le monarchie del Golfo cercano interlocutori stabili sul piano industriale, energetico e infrastrutturale. Per l’Italia, l’apertura su questi mercati coincide con una domanda crescente di prodotti Made in Italy: super-yacht, moda, meccanica, agroalimentare, arredamento, energie rinnovabili. Una presenza che risponde alla ridefinizione delle rotte commerciali globali e alla necessità di presidiare aree in cui si muovono capitali strategici.
L’Imec e la nuova geografia dei traffici
L’interesse italiano si estende oltre il perimetro bahreinita. Dal summit, Meloni rilancerà la partecipazione dell’Italia all’Imec, il corridoio merci destinato a collegare l’India al Mediterraneo passando per i Paesi arabi. Nelle intenzioni, il progetto ridisegnerà i collegamenti tra Asia ed Europa, con i porti dell’Alto Adriatico, Trieste in testa, che potranno candidarsi a nuovo snodo logistico.
Questo asse si inserisce in una strategia che punta a rafforzare la rotta alternativa e complementare ai tradizionali corridoi euro-asiatici, aprendo all’Italia una relazione più strutturata con l’Indo-Pacifico.
Il Consiglio del Golfo mantiene inoltre canali di dialogo regolari con Stati Uniti e Unione europea: l’ultimo incontro con Washington risale a maggio a Riad con Donald Trump, mentre quello con Bruxelles si è tenuto nell’ottobre 2024 alla presenza della premier italiana. Un ecosistema diplomatico in cui l’Italia mira a inserirsi con continuità.
Arabia Saudita: industria, forum economici e nuove intese
Non è escluso che Meloni possa incontrare anche il Principe saudita Mohammed bin Salman. Il confronto arriverebbe a pochi giorni dal Business Forum di Riad, dove cinquecento imprese italiane hanno esplorato le opportunità del mercato saudita. Sullo sfondo, la trattativa — seguita con particolare attenzione — tra il fondo sovrano Pif e Leonardo per un potenziale ingresso nella divisione aerostrutture.
A gennaio, l’Italia aveva già firmato con l’Arabia Saudita accordi per 10 miliardi di dollari, segnando un consolidamento della collaborazione economica.