La premier traccia la rotta
Meloni ai leader dei Paesi del Golfo: “L’Italia può essere vostra porta d’accesso all’Europa”
"Ho anche proposto di lavorare insieme su un nuovo formato che metta insieme i Paesi del Golfo, del Mediterraneo quindi Medio Oriente, Sud Europa e Nord Africa". La visita alla Cattedrale di Nostra Signora d’Arabia, la Chiesa cattolica più grande del Golfo
Energia, integralismo islamico, pace in Ucraina, armi. La premier Meloni nel punto stampa dal Bahrein tocca i nodi nevralgici della politica internazionale. “Vogliamo porre le basi di una nuova diplomazia energetica per moltiplicare le opportunità di cooperazione tra Europa, Africa, Italia e Golfo. E offrire opportunità decisive per il successo della transizione. La neutralità tecnologica è il principio che deve guidare il nostro pensiero per costruire un mix di tutte le tecnologie disponibili; e di quelle su cui ricerca e innovazione stanno lavorando. Su questo tema, la mia idea è che l’approccio debba essere più pragmatico e meno ideologico”. Così la premier nel suo intervento durante il vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo.
Meloni traccia la rotta dal Bahrein
“L’Italia – ha scandito Meloni – può e sarà per il Golfo la porta d’accesso all’Europa. Dando un impulso ancora più forte a una cooperazione economica che oggi vale 35 miliardi di dollari l’anno, ma che non esprime ancora il vero potenziale della nostra relazione”. “Sono molto contenta dell’invito all’Italia a partecipare come ospite d’onore al Consiglio di cooperazione del Golfo: una cosa che non era mai accaduta. Credo che sia un riconoscimento del lavoro che l’Italia ha fatto nei confronti di questo quadrante del mondo. Con il quale crediamo che ci siano molti interessi convergenti”. Così la premier tira le somme della sua missione in Bahrein parlando con i giornalisti.
“Penso che sia un tipo di cooperazione che, guardando al Mediterraneo come punto di riferimento delle rotte marittime del commercio internazionale; alle interconnessioni che partendo dall’Asia arrivano agli Stati Uniti passando per l’Europa e per l’Africa, vada strutturata di più”. Durante il summit in Bahrein con i leader del Golfo – aggiunge – “ho anche proposto di lavorare insieme su un nuovo formato che metta insieme i Paesi del Golfo, del Mediterraneo; quindi Medio Oriente, Sud Europa e Nord Africa. Se guardate al Mediterraneo, che occupa l’1% dei mari del mondo e su cui transita il 20% del commercio marittimo mondiale, vi rendete conto di quanto questo spazio sia molto più grande dei suoi confini geografici”. Tra i suo intervento e il punto stampa, la premier ha visitato la Cattedrale di Nostra Signora d’Arabia: sede del Vicariato Apostolico dell’Arabia settentrionale, che comprende Bahrein, Kuwait, Qatar e Arabia Saudita.
Meloni ha visitato la chiesa cattoolica più grande del Golfo
“Ho pensato che fosse bello passare in questa cattedrale perché è il simbolo anche di un segnale che re Hamad del Bahrain ha dato già diverso tempo fa di attenzione al dialogo interreligioso. Questo è un paese nel quale nello stesso quadrante coesistono una moschea, una sinagoga e una cattedrale”. La Cattedrale, costruita su terreni donati dal Re del Bahrein Hamad bin Isa Al Khalifa, è la Chiesa cattolica più grande del Golfo e può ospitare fino a 2300 fedeli. Il progetto della Cattedrale, vincitore di un concorso internazionale, è stato realizzato da un team di architetti coordinato da italiani.
Meloni: “Il decreto sugli aiuti all’Ucraina ci sarà”
Meloni risponde a una domanda sulle parole dell’ammiraglio Nato Cavo Dragone sugli attacchi ibridi preventivi alla Russi: “Io penso che siamo in una fase nella quale bisogna misurare molto bene le parole: bisogna evitare tutto quello che può generare confusione, che può spaventare, che può far surriscaldare gli animi”, sottolinea. La Nato ha un’organizzazione diofensiva; e dobbiamo anche riuscire a fare meglio prevenzione. Detto questo, Cavo Dragone parlava di cybersicurezza, non di attacchi preventivi”. Si passa alla guerra in Ucraina, alla pace possibile. “Lo abbiamo capito fin dall’inizio che la soluzione al conflitto in Ucraina non sarebbe stata facile- risponde ai cronisti- . Parliamo di una guerra che va avanti da quasi quattro anni con una disponibilità da parte ucraina, statunitense ed europea, ma non ad oggi da parte russa. Ciò non toglie che bisogna continuare a lavorarci. E che l’obiettivo deve essere continuare a spingere per arrivare a una pace purché giusta, sostenibile e duratura”.
Altra domanda: il rinvio del decreto di proroga del sostegno a Kiev? “È una questione logistica adesso. La possibilità di inviare aiuti all’Ucraina, come voi sapete, scade il 31 di dicembre, okay? Quindi noi faremo altri Consigli dei ministri prima di quella data. Il decreto ci sarà, nel senso che chiaramente noi lavoriamo per la pace, ma finché ci sarà una guerra faremo quello che possiamo fare, come abbiamo sempre fatto, per aiutare l’Ucraina a difendersi”.