Governo al lavoro
Manovra, vertice di maggioranza di chiarimento: arriva un emendamento per le imprese. Ciriani: “Al lavoro sulle coperture”
No, non è come spera l’opposizione, che con Elly Schlein sentenzia che “si è rotta la maggioranza”. No, il vertice sulla manovra convocato da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi non segna certo una rottura, ma rompe lo stallo dopo la decisione presa nella notte precedente di stralciare dal maxiemendamento dell’esecutivo le norme sulle pensioni. La premier Giorgia Meloni, i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si vedono in serata a Palazzo Chigi per superare l’impasse: le norme per le imprese non più finanziate dal maxiemendamento stoppato in commissione al Senato finiranno in un altro emendamento del governo con nuove coperture. E non più in un decreto da approvare entro fine anno, come si era ipotizzato durante la giornata.
Vertice di chiarimento, opposizioni deluse: chiedevano la teta di Giorgetti…
Giornata segnata da polemiche, dagli scontati attacchi da parte delle opposizioni arrivate a chiedere le dimissioni del titolare del Mef. Invece dal vertice di maggioranza arriva una delusione per le opposizioni che immaginavano un redde rationem tra le forze di maggioranza. E’ l’occasione invece per un chiarimento nella riunione alla quale erano presenti anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Il nuovo emendamento del governo alla manovra, che sarà depositato in serata e che è in fase di scrittura, “sarà depurato delle misure sulle pensioni per quanto riguarda le coperture. Ci saranno le misure per le imprese, che sono temi che già sono stati visti in commissione», sottolinea Ciriani. Le nuove coperture dovrebbero arrivare “da piani Inps e alcuni investimenti”, spiega il ministro. A Palazzo Chigi, aggiunge “abbiamo ragionato e condiviso che fosse meglio chiudere tutto nella legge di Bilancio”. Per quanto riguarda le misure del Tfr, a chi gli chiede se vi sia l’ipotesi che tornino il ministro sottolinea come non ci sia una parola definitiva e risponde: “Stanno scrivendo ora, vedremo”.
Ciriani: “Più opportuno un emendamento anziché un nuovo decreto”
Il governo è al lavoro, proseguono intanto i lavori in Commissione Bilancio del Senato. Confutata la visione apocalittica del capogruppo alla Camera del Pd, Francesco Boccia che drammatizza: “Ennesimo vertice che blocca la commissione”. Non è così. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani arrivando in commissione Bilancio del Senato subito dopo aver partecipato al vertice di Palazzo Chigi dice ai cronisti: “Si è deciso che è più opportuno, più corretto, anziché fare un nuovo decreto, inserire nuove coperture su un testo che peraltro la commissione ha già visto. Non si tratta di aggiungere argomenti nuovi ma di correggere le coperture di un testo che la commissione ha già visto e ha già subemendato. Quindi non si tratta neanche di forzature”.
“I contenuti di questo nuovo emendamento, che in realtà non è nuovo, sono gli stessi: cioè ZES, industria 5.0, i costi delle opere pubbliche cioè il caro materiali. Cambiano soltanto le coperture”. Perché -spiega- “quelle precedenti non andavano bene: non ci saranno più riscatto laurea e le finestre mobili. Le coperture saranno all’interno dei piani Inps e nella rimodulazione di alcuni investimenti”, spiega il ministro. Con il protrarsi dei lavori in commissione è possibile uno slittamento dell’approdo della manovra in Aula al Senato. L’ipotesi è che si arrivi a martedì per chiudere i lavori il 24 dicembre in mattinata. È su questi tempi che si ragiona a Palazzo Madama: con l’annuncio del nuovo emendamento del governo, la commissione Bilancio ha dovuto aggiornare la seduta a sabato mattina alle 10, con possibile fine dei lavori in serata. Gli uffici del Senato hanno bisogno di 36-48 ore per comporre il testo per l’Aula. E’ quindi difficile che possa essere pronto per lunedì mattina alle 9.30, come attualmente previsto.