32mila casi
Malagiustizia: dal referendum del 1988 l’Italia ha pagato oltre un miliardo di euro per ingiusta detenzione
Solo dodici magistrati condannati per dolo o colpa grave. La separazione delle carriere ridurrebbe di molto gli errori giudiziari
Nel 1988 gli italiani votarono a stragrande maggioranza il referendum proposto dai radicali, sull’onda del caso di Enzo Tortora, per la responsabilità civile dei magistrati. Quel referendum fu poi disatteso e trasformato in una legge praticamente inconsistente. Ma da allora abbiamo pagato oltre un miliardo di euro di risarcimenti per ingiusta detenzione. Con ben 32mila casi registrati.
I dati
Si contano circa 32.000 casi totali tra errori giudiziari (condanne definitive poi revocate) e ingiuste detenzioni (custodie cautelari seguite da assoluzione con formula piena), dall’anno del referendum al 2024. La media annua di costi è di 29 milioni di euro e la cifra totale supera il miliardo di euro. Una somma impressionante.
Perché non si registra mai il dolo o la colpa grave
In teoria i magistrati sarebbero soggetti alla legge del 1994 sulla responsabilità diretta in caso di dolo o colpa grave. Ma la realtà è ben diversa. Dalla legge che seguì il referendum e che prevede che sia lo Stato a pagare in caso di errori, solo 12 magistrati sono stati condannati dalla Corte dei Conti.
Eppure i casi sarebbero tanti. È certamente colpa grave, ad esempio, firmare un’ordinanza di custodia cautelare senza verificare gli elementi a discarico. È successo in diversi processi che alcuni collaboratori di giustizia citassero fatti penali smentiti da circostanze oggettive e mai verificate.
Perché la separazione delle carriere ridurrebbe gli errori
È pacifico che la separazione delle carriere ridurrebbe e di molto gli errori giudiziari. La divisione tra i ruoli garantirebbe una terzietà maggiore al giudice e nessun condizionamento psicologico. E anche la divisione del Consiglio Superiore della magistratura faciliterebbe la separazione delle funzioni.
Il giusto processo che prevede la parità tra le parti, accusa, difesa e giudice, avrebbe un impatto notevole sulle garanzie di presunzione di innocenza che la Costituzione sancisce. E oltre al danno erariale emerge anche la triste realtà di ben 32mila connazionali costretti a subire ingiustamente le angherie di un sistema che va cambiato.