Torna in pubblico dopo 11 mesi
La Nobel Machado sfida Maduro e atterra a Oslo. La fuga segreta da Caracas e la promessa: “Il Venezuela sarà libero”
Sembrava obbligata a dare forfait alla cerimonia di premiazione del Premio Nobel, invece è riuscita ad atterrare a Oslo. La leader dell’opposizione al regime di Maduro, Maria Corina Machado, Nobel per la pace, ha confermato di essere riuscita nell’impresa grazie al governo statunitense. La fuga rocambolesca da Caracas, dove viveva nascosta da più di un anno, è iniziata nel pomeriggio di lunedì 8 dicembre, indossando una parrucca e un travestimento. “Abbiamo avuto l’aiuto del governo americano per venire qui”. Così rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa ad Oslo. “Voglio ringraziare tutti gli uomini e le donne che hanno rischiato la loro vita per fare in modo che fossi qui oggi. Un giorno potrò dirvi chi sono perché certo non voglio metterli ora in pericolo”, ha detto confermando la sua intenzione di ritornare in patria. “Io non dirò quando questo sarà o come. Voglio mettere fine alla tirannia molto presto e avere un Venezuela libero”.
La fuga di Machado da Caracas a Oslo grazie agli Usa
Quella della notte a Oslo è stata la prima apparizione pubblica di Machado in 11 mesi. Si è prima affacciata dal balcone del Grand Hotel, salutando decine di sostenitori esultanti riuniti fuori dall’edificio, che cantavano e gridavano “libertad” (“libertà!”) e “valiente” (coraggiosa). Poi è scesa ad abbracciarli davanti all’albergo. Secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal, il viaggio segreto della Nobel dal Venezuela alla Norvegia è durato tre giorni. Machado, che indossava una parrucca e si era travestita, insieme alle due persone che l’hanno aiutata, ha attraversato 10 checkpoint militari prima di raggiungere dopo 10 ore la costa verso la mezzanotte. A questo punto è iniziato il pericoloso viaggio, a bordo di barca di pescatori, nel Mar dei Caraibi verso l’isola di Curacao, nelle Antille olandesi. La fuga era pianificata da due mesi da una rete venezuelana che in passato aveva aiutato altri dissidenti a lasciare il Paese sotto dittatura. Il comando militare americano era stato allertato per scongiurare che la barca potesse essere colpita da uno dei raid che gli americani da mesi stanno conducendo nelle acque a largo del Venezuela. Machado è arrivata a Curacao nel pomeriggio di martedì. Qui ha incontrato un contractor specializzato in esfiltrazioni ingaggiato dall’amministrazione Trump. Dopo aver trascorso la notte in albergo, è partita per Oslo a bordo di un aereo privato.
“Voglio ringraziare chi ha rischiato la vita per farmi essere qui”
È atterrata nella capitale svedese poche ore dopo che la cerimonia del Nobel era già cominciata. La segretezza dell’operazione era tale che persino l’Istituto Nobel non sapeva dove si trovasse. È stata la figlia Ana a ritirare il premio per conto della madre, raccontando che la leader venezuelana aveva affrontato “un viaggio in una situazione di pericolo estremo”. La promessa, pronunciata davanti a leader internazionali e membri del Congresso americano, è stata chiara: “Tornerà presto in Venezuela”.
“Riporterò il premio in Venezuela al momento opportuno”
“Sono venuta a ricevere il premio a nome del popolo venezuelano e lo riporterò in Venezuela al momento opportuno”, ha detto la leader dell’opposizione venezuelana. “Non dirò quando o come accadrà, ma farò tutto il possibile per poter tornare e porre fine a questa tirannia il più presto possibile. Fino a poco tempo fa, il posto in cui credevo di dover essere era il Venezuela; il posto in cui credo di dover essere oggi, per la nostra causa, è Oslo”, ha aggiunto, intervistata dalla Bbc.
Le reazioni da Caracas, «sarà arrestata al suo rientro»
La reazione di Caracas non si è fatta attendere. Il governo venezuelano ha condannato la fuga accusando la leader dell’opposizione di “complotto, incitamento all’odio e terrorismo”. La vicepresidente Delcy Rodríguez ha accusato Machado e l’opposizione di essere al servizio degli interessi imperialisti degli Stati Uniti, sostenendo che «lo spettacolo è fallito» e che l’opposizione verrà nuovamente sconfitta.