Giustizia e magistratura
L’imam Shahin liberato dal cpr di Caltanissetta, di chi è la colpa? Ecco i dati del sondaggio del Secolo
La Corte d’appello di Torino, nell’ultima settimana, ha deciso che l’imam di Torino Mohamed Shahin non deve essere trattenuto al Cpr di Caltanissetta. Era stato arrestato a novembre e su di lui pendeva un provvedimento di espulsione firmato dal ministero dell’Interno, viste le frasi pronunciate in piazza sul 7 ottobre, che a detta del predicatore “non è una violenza”. Per questo motivo, il Secolo d’Italia ha deciso di fare un sondaggio tra i lettori, utilizzando la propria newsletter. Agli utenti sono state tre possibilità per definire la decisione del tribunale, utilizzando la frase introduttiva “Secondo te questa sentenza è…” accompagnata da tre risposte.
La prima opzione, segnalata in blu, ha ricevuto il 66,3% delle approvazioni. Per la maggioranza, la decisione è “un segnale di una parte della magistratura contro la riforma Nordio” sulla giustizia. Insomma, il responso della maggior parte delle persone intervistate è chiaro: c’è qualcosa che non va nel sistema giudiziario italiano.

Liberazione dell’Imam di Torino dal Cpr di Caltanissetta, colpa dei giudici?: il sondaggio del Secolo
Soltanto il 19,3% degli intervistati, indicati in rosso, ritiene che la sentenza di liberazione per Shahin sia “una risposta dei giudici italiani alle nuove regole Ue in materia di immigrazione e asilo. Insomma, per una piccola parte dei lettori si è trattato di una specie di ripicca. L’ultima risposta ha ricevuto il 14,4% delle votazioni: segnalata in arancione, occupa uno spazio esiguo nel diagramma a torta semplificativo. In conclusione, la minoranza assoluta degli utenti sostiene che la sentenza nei confronti dell’imam sia “un caso isolato. Ma che evidenzia limiti normativi e la necessità di riformare il sistema“.