La svolta papale
Leone al premio Ratzinger incontra padre Georg: nel nuovo corso vaticano Benedetto XVI torna centrale
Da figura dimenticata, se non addirittura ingombrante sotto il pontificato di Bergoglio, a perno centrale del nuovo corso della chiesa del terzo millennio: Joseph Ratzinger torna alla ribalta in Vaticano, grazie a Papa Leone XIV.
Nel clima ancora carico dell’attesa natalizia, il conferimento del Premio Ratzinger al maestro Riccardo Muti si è trasformato in uno dei momenti culturali e spirituali più significativi dell’inizio del pontificato di Leone XIV. In un’Aula Paolo VI gremita, il Papa ha pronunciato un discorso di grande intensità, intrecciando il ruolo della musica nella tradizione cristiana, la figura di Benedetto XVI e la responsabilità etica dell’arte. Il Pontefice ha aperto riflettendo sulla natura profonda della musica, ricordando che sant’Agostino la definiva “scientia bene modulandi” e la collegava all’arte di orientare il cuore verso l’alto.
Papa Leone e Ratzinger: raccolta l’eredità spirituale e culturale
È da qui che ha preso forma la sua visione: “La musica è una via privilegiata per comprendere l’altissima dignita’ dell’essere umano e per confermarlo nella sua più autentica vocazione”. Leone XIV ha ringraziato il Dicastero per la Cultura e l’Educazione e la Fondazione Pontificia Gravissimum Educationis per aver promosso il Concerto di Natale che ha incorniciato la cerimonia, sottolineando il valore del loro impegno: un lavoro di accompagnamento e custodia della bellezza come strumento educativo. Il momento centrale è stato naturalmente l’omaggio al maestro Muti, definito dal Papa uomo che ha consacrato la sua vita alla musica come luogo di verità e rivelazione. Nel ricordare l’eredità spirituale e culturale di Benedetto XVI, il Pontefice ha richiamato una delle frasi più amate del Papa teologo: “La vera bellezza ferisce, apre il cuore, lo dilata”.
Presentate le omelie inedite di Ratzinger
Il nuovo pontificato ha sancito anche la fine dell'”esilio” per Monsignor Georg Ganswein, già segretario particolare di Benedetto XVI oggi nunzio apostolico in Lituania. È tornato a Roma e ha incontrato Papa Leone, in occasione, la presentazione di omelie inedite di Joseph Ratzinger, ‘Dio è la vera realtà’. Ogni domenica, quando non presiedeva la liturgia in pubblico, Benedetto XVI celebrava messa con un piccolo gruppo di persone. Regolarmente teneva un’omelia, alla quale dedicava molta attenzione e cura lungo la settimana, preparandola con lo studio, la meditazione e la preghiera. Le omelie vengono ora rese note per la prima volta come un tesoro di sapienza e di spiritualità di capitale importanza.
“Domenica dopo domenica, Ratzinger – spiega la casa editrice Lev che le ha pubblicate – ha spiegato il senso della Parola di Dio percorrendo due strade: l’interazione con la Tradizione della Chiesa, in particolare i Padri dei primi secoli, e una sua interpretazione della storia in chiave teologica”.
Papa Leone cita Benedetto XVI accogliendo i figuranti del presepe vivente
E quanto sia tornato presente Ratzinger nel nuovo corso vaticano viene confermato in queste ore, indirettamente, anche da Papa Prevost che lo ha citato in queste ore ricevendo in Vaticano i figuranti del presepe vivente di Santa Maria Maggiore. “Dio viene senza armi, senza la forza, per vincere la superbia, la violenza, la brama di possesso dell’uomo e condurci alla nostra vera identità”.
Papa Leone XIV ha citato queste considerazioni di Benedetto XVI per restituire al Natale il suo significato più radicale: la nascita di Gesù come scelta di disarmo e di rottura con la logica della forza. Papa Leone ha ricordato che si tratta di un messaggio “ancora più attuale in un mondo segnato da conflitti e divisioni”, nel quale la violenza continua a essere presentata come soluzione inevitabile.