La smentita del viceministro
Leo smonta le accuse della sinistra: nessun aumento delle tasse ma più redditi e lotta al nero
In una intervista al Sole 24 ore l'esponente del governo Meloni fa il punto su fisco, salari e redditi, alla vigilia dell'approvazione della nuova manovra economica dell'Esecutivo
«Non c’è stato assolutamente alcun aumento di tasse: alla base delle cifre ci sono prima di tutto l’estensione dei redditi e la lotta al sommerso, che ha riportato in chiaro molto lavoro». Inizia così, smentendo e smontando le accuse dell’opposizione, l’intervista al viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, al quotidiano Il Sole 24 ore. L’esponente del governo Meloni spiega che «con l’’ultima manovra e quella in corso di approvazione abbiamo ridotto l’Irpef, destinando 18 miliardi alle fasce medio-basse e 3 miliardi al ceto medio. Questo significa fino a mille euro in più l’anno per un lavoratore dipendente con un reddito fino a 32mila euro. È difficile sostenere che le tasse siano aumentate sui lavoratori con redditi medio-bassi. Il bonus in busta paga, poi, è contabilizzato come spesa, pur essendo una riduzione fiscale: questo produce una sovrastima statistica della pressione fiscale, stimabile in circa 0,2 punti».
Crescono i salari e occupazione record
Negli ultimi anni, aggiunge, «l’aumento della pressione fiscale è stato trainato soprattutto dalla crescita dei salari, che sono soggetti a un’imposizione progressiva, mentre le tasse sui profitti sono proporzionali». Oggi, ragiona l’esponente di Fratelli d’Italia in via XX settembre «abbiamo un’occupazione record, e più persone che lavorano significano più Irpef, più contributi e quindi più reddito soggetto ad aliquote progressive».
Grande lavoro nella lotta al sommerso e all’evasione
Parlando della lotta al sommerso, Maurizio Leo ricorda che «la fine del reddito di cittadinanza e il rafforzamento delle politiche attive hanno contribuito a portare nel lavoro regolare persone che prima erano inattive o lavoravano in nero. Questo aumenta la compliance e, di conseguenza, le entrate. La pressione fiscale cresce quindi al crescere dell’occupazione anche per effetto dell’economia non osservata». Per quanto riguarda poi la lotta all’evasione, il viceministro Leo ricorda che «nel 2024 il recupero complessivo dell’evasione ha raggiunto 26,3 miliardi, di cui 22,8 miliardi da attività ordinarie di controllo e 3,5 miliardi da misure straordinarie».