La solita sceneggiata
La peggio gioventù, antifà e pro-Pal in corteo a Milano per salvare la nazione dal panettone al grido di “Valditara nella bara” e insulti a Meloni
Alla manifestazione all'ombra della Madonnina in occasione della panettonata della Lega con Salvini e il ministro dell'Istruzione, di scena un manipolo di studenti anti-tutto che sventolano bandiere della Palestina e lanciano i soliti virulenti adagi contro il governo, rivendicando luoghi «plurali, solidali, antifascisti e transfemministi». Un minestrone ideologico di chi ha poche idee e ben confuse
La peggio gioventù che vuole salvare la nazione dal panettone: il corteo di Milano è in corso. E per le vie della città sfila la solita sceneggiata, ma affidata da comprimari in erba. Partito dalla metro Pasteur in viale Monza e diretto nei pressi della bocciofila della Martesana, dove è stata programmata la panettonata della Lega, la manifestazione vede in strada circa un centinaio di studenti in marcia tra cori, balli e musica. E il copione è sempre un po’ lo stesso: slogan urlati contro Valditara, Meloni, Salvini e la Lega. E tra un inno che rivendica «contro la scuola dei padroni 10, 100, 1000 occupazioni», qua e là lungo il percorso qualcuno intona un classico “Bella ciao”, accompagnando la camminata con musica e megafoni.
Così, mentre il ministro Salvini e il ministro Valditara si preparano a distribuire un sorriso e qualche fetta di dolce tradizionale alla Bocciofila Martesana – evento che, diciamocelo, è il massimo dell’eversione politica – un manipolo di “ragazzi terribili” dell’attivismo più indefesso ha deciso di scendere in strada per ricordarci che la rivoluzione non va in vacanza. Magari anche tirando fuori un secchio di vernice bianca per scrivere sull’asfalto “Milano Antifa”, mentre sullo sfondo rumoreggiano i fuochi d’artificio.
Milano, di scena il solito corteo degli studenti antifà e anti-tutto al grido di “Valditara nella bara”
È partito alle 14.45 da viale Monza il corteo degli studenti contro il governo (che novità…), in concomitanza con la panettonata organizzata dalla Lega alla Bocciofila Martesana alla presenza del ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. La manifestazione, che conta una sessantina di giovanissimi che sventolano bandiere della Palestina e di Antifa Area, si muove lungo l’asse della Martesana con l’obiettivo dichiarato di contestare quello che gli organizzatori definiscono un appuntamento “puramente simbolico” e scollegato dalla realtà sociale prodotta dalle politiche di governo.
Tra le bandiere della Palestina e di Antifà Area, slogan contro i ministri e insulti a Meloni
Insomma, a ben vedere, senza neanche stare ad approfondire più di tanto, il copione è quello consolidato: bandiere palestinesi, simboli Antifa Area e il solito, elegante campionario di slogan che dimostrano una profonda e matura riflessione sulla politica. «Valditara ministro nella bara», urlano “sofisticatamente” i giovanissimi (che probabilmente non hanno mai messo piede in una bocciofila, ma questo è un dettaglio), mischiando il dibattito sulle classi sovraffollate con le “politiche di riarmo” e l’onnipresente questione internazionale. Insomma, un minestrone ideologico dove il costo del riscaldamento a scuola si fonde con la geopolitica.
Corteo di studenti a Milano, una sessantina di scalmanati dalle poche idee ma ben confuse
Così, tra gli slogan urlati dagli studenti “Valditara ministro nella bara” e improperi contro il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al centro della protesta i militanti in servizio effettivo e permanente inseriscono a forza le condizioni dell’istruzione pubblica. Gli studenti denunciano tagli alla scuola, edifici fatiscenti, classi sovraffollate e una progressiva redistribuzione delle risorse a favore della scuola privata, a fronte di investimenti giudicati insufficienti nel sistema pubblico. Nel mirino anche le “politiche di riarmo” e il sostegno del governo italiano a Israele, indicato dai manifestanti come parte di una linea politica che sottrae risorse ai servizi essenziali.
La rivendicazione (?) di luoghi «plurali, solidali, antifascisti e transfemministi»
Non solo. Dai promotori del corteo viene inoltre contestata una visione della scuola e della città definita “securitaria, escludente e repressiva”, che si rifletterebbe nelle riforme del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e in una retorica di disciplina e “merito” accusata di amplificare le disuguaglianze. Nel mirino anche iniziative e linee politiche giudicate incompatibili con una città “plurale” come Milano. Lo slogan che accompagna il corteo “Studenti contro il governo” rivendica scuole e spazi urbani come luoghi «plurali, solidali, antifascisti e transfemministi» in aperta contrapposizione alla presenza della Lega e del governo.
Insomma, la narrazione degli organizzatori è chiara: la panettonata leghista è un appuntamento «scollegato dalla realtà sociale». Mmentre invece, a detta loro, parlare di una Milano che «contesta le politiche razziste della destra che vogliono una sicurezza bianca, discriminatoria, islamofoba, che parlano di remigrazione, di militarizzazione delle periferie» non è fanta-politica: noooo. È un allarme da non sottovalutare…
E a questo punto non possiamo non chiederci: ma quei 60 valorosi lungo viale Monza, intenti a sventolare il manifesto di una «città plurale, solidale e transfemminista» (mentre i milanesi tentano di tornare a casa per l’ora di cena), quale e quanta parte della cittadinanza silenziosa del Paese rappresentano? Anche perché, a giudicare da slogan, insulti e invettive che muovono la marcia contestataria, la vera minaccia non è tanto il debito pubblico. Ma la critica indiscriminata, e rigorosamente slegata dai programmi didattici, sul merito scolastico… (In alto una foto Ansa relativa a un corteo di studenti a Milano a novembre scorso).