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Askatasuna scatena ancora la guerriglia a Torino

Una guerriglia annunciata

La feccia rossa del sabato sera: ancora violenze di Askatasuna a Torino. E poi fanno pure le vittime

Al corteo contro lo sgombero del centro sociale, lancio di bombe carta e cassonetti incendiati: 7 agenti feriti. Condanna del centrodestra, a sinistra condanne ipocrite e silenzi complici. E per i militanti è come se nulla fosse: in serata "polentata popolare"

Politica - di Sveva Ferri - 20 Dicembre 2025 alle 18:42

Lancio di pietre e bottiglie contro le forze dell’ordine, cassonetti incendiati, bombe carta. Alla manifestazione contro lo sgombero del centro sociale Askatasuna l’estrema sinistra ha seguito il solito copione, scatenando l’ennesima guerriglia urbana e contro la polizia che di fatto aveva anche annunciato prefigurando di fare di Torino una nuova Val di Susa.

Askatasuna scatena la guerriglia a Torino

I disordini sono esplosi quando il corteo di circa 2mila persone è arrivato in corso Regina Margherita e ha tentato di avvicinarsi allo stabile sgomberato. Un gruppo di incappucciati ha tentato di sfondare il cordone di polizia lanciando bottiglie, sassi e bombe carta. La polizia ha cercato di bloccare i manifestanti azionando gli idranti e lanciando fumogeni, il corteo ha continuato ad avanzare, incendiando anche i cassonetti che fino a quel momento erano stati usati come barricate contro le forze dell’ordine e sradicando da terra i segnali stradali. Scene di guerriglia che sono durate circa mezz’ora prima che il corteo riprendesse il suo tragitto, lasciando dietro di sé i segni della devastazione, diverse scritte, fra cui “+Piante, + dosi, – Piantedosi”, sette agenti feriti e un inevitabile senso di sgomento.

Delmastro: «Ecco l’orrido volto di Askatasuna»

«Ecco l’orrido volto di Askatasuna: violenza, violenza, violenza e bombe carta all’indirizzo delle divise. L’estrema sinistra di Avs, che ieri sproloquiava di una Torino che oggi sarebbe stata “bellissima” per via della manifestazione, si vergogni e chieda scusa alle forze dell’ordine, bersaglio sempiterno della maleodorante e delinquenziale galassia anarchica italiana», ha commentato il sottosegretario alla Giustizia e deputato piemontese di FdI, Andrea Delmastro, per il quale «”bellissime” sono le divise, non chi le assalta e chi sta con chi le assalta».

La condanna del centrodestra

«Lo sgombero di Askatasuna è solo l’inizio, ruspe sui centri sociali covi di delinquenti!», ha commentato Matteo Salvini, mentre Antonio Tajani ha sottolineato che quanto accaduto «dimostra che il governo ha fatto bene a prendere una decisione ferma». Di «feccia rossa» ha parlato l’eurodeputata della Lega, Silvia Sardone. Durissime, poi, anche le parole del ministro della Pa, Paolo Zangrillo: «Eccola la vostra democrazia, la vostra maledetta violenza, la barbarica voglia di sfasciare la nostra benedetta democrazia. Fate cose schifose e c’è chi continua non solo a giustificare tutto questo, ma anche a esaltarlo. Non ci fate paura, ma solo tristezza», ha detto, assicurando che questi fautori di una violenza in stile anni Settanta non troveranno spazio per riportare «il terrore nelle nostre strade». «I torinesi stanno con lo Stato non con l’anti-Stato. Ascoltate, tra una vostra schifezza e l’altra, cosa dice e scrive la brava gente di voi», ha concluso Zangrillo.

Da sinistra ipocrisia e silenzi complici

Dalle file dell’opposizione una condanna netta è arrivata da Azione, mentre per il M5S Chiara Appendino con una certa nota ipocrisia ha, sì, condannato le violenze, ma ha ritenuto anche di puntare l’indice contro il governo. «Non pensi di strumentalizzare questi fatti per rifarsi una verginità sulla legalità e sul trattamento agli agenti», ha detto l’ex sindaco di Torino, che evidentemente di strumentalizzazioni se ne intende parecchio. Anche il Pd, comunque, non ha disatteso le aspettative: quando gli scontri si erano consumati da un pezzo, rilanciati da tutti i media, e il corteo era arrivato a destinazione, chiudendo “in bellezza” con la proiezione sui palazzi di piazza Vittorio Veneto di frasi come «Sbirri di m…. Aska libero» e «sindaco Lo Russo servo infame», dal Nazareno non si era levata ancora una voce che fosse una.

Avs e Cgil in piazza con i violenti

Discorso a parte, poi, merita Avs, che era in piazza con l’assessore comunale Jacopo Rosatelli, ben felice di parlare a nome dell’amministrazione: «Sono qui per esprimere il mio profondo dissenso nei confronti dell’azione del governo e della sua visione. Sono qui per rivendicare il patto di collaborazione. Come ha detto il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, è un’idea che vogliamo rilanciare. Le città italiane progressiste sono sotto attacco da questo governo». Presente anche la Cgil, che a sua volta con il segretario regionale Piemontese, Giorgio Airaudo, promuoveva la strada del dialogo con gli antagonisti.

Marrone: «Lo Russo abbia il coraggio di allontanare Avs dalla sua giunta»

«Che un assessore comunale di Torino partecipi a un corteo violento che lancia razzi contro le forze dell’ordine e mi minacci espressamente – ha commentato l’assessore regionale di FdI, Maurizio Marrone – costituisce un problema etico di presentabilità istituzionale e sbugiarda le parole di condanna del sindaco Lo Russo sulle proteste violente. Abbia il coraggio di allontanare dalla sua giunta la sinistra radicale di Avs come hanno fatto in passato tutti i suoi predecessori del Pd oppure si dimetta per lavare via questa macchia da Palazzo Civico».

Ma i “bravi ragazzi” di Aska fanno le vittime e si preparano la polenta

Ma per i bravi ragazzi di “Aska” è come se non fosse successo nulla: in serata appuntamento per una «polentata popolare», dopo aver proclamato che «Askatasuna è un progetto e con la grande manifestazione di oggi lo abbiamo dimostrato. Proveranno ad attaccarci, ad arrestarci e a criminalizzarci, ma non facciamo passi indietro perché abbiamo deciso di riscrivere la storia, la sera di Capodanno saremo ancora in queste strade a far capire che quella sarà l’inaugurazione di un anno di lotta e chi ci ha mandato fuori si pentirà perché ci troverà ovunque».

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di Sveva Ferri - 20 Dicembre 2025