Andrà ad Atreju
Il cardinale Zuppi: “I vescovi hanno un ottimo rapporto con il governo. Togliere il presepe? È come buttare giù i campanili”
Nessuna opposizione al governo Meloni né una linea Zuppi contrapposta quella di Papa Leone XIV sul dossier Ucraina. In una lunga intervista al Giornale, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei (nominato da papa Francesco) e inviato vaticano per la missione umanitaria a Kiev, fa anche il punto sulle relazioni tra la Santa Sede e Palazzo Chigi. “La Cei ha un ottimo rapporto col governo e su tanti dossier c’è una collaborazione. Un esempio su tanti: apprezziamo quanto è stato fatto in favore degli oratori che – spiega il prelato che sarà ospite di Atreju – in un tessuto sociale così debole diventano importantissimi per la promozione umana e anche per l’evangelizzazione. E potremmo continuare su vari aspetti. Poi, certo, esistono temi su cui c’è più dialettica e noi ci permettiamo di esprimere preoccupazioni così come abbiamo fatto con tutti i governi precedenti”.
Il cardinale Zuppi: la Cei ha un ottimo rapporto con il governo
Anche sull’immigrazione non mancano punti di contatto per la soluzione di un fenomeno complicato e difficile da gestire. “Sui migranti la Chiesa ripeterà sempre che bisogna salvare le vite, memore della legge del mare e delle parole di Francesco e di Leone XIV. La semplificazione del “tutti dentro/tutti fuori” non funziona. È chiaro che è un fenomeno epocale da disciplinare a livello europeo. Ne deriva il problema di preservare la dignità di chi arriva ma anche il bisogno di garantire la legalità per combattere l’illegalità e quello di aiutare chi vuole restare”. Quindi la linea del governo di “aiutarli a casa loro”, quello che la premier chiama ‘il diritto a non migrare’ non è così distante da quella dei vescovi. “La Cei – risponde Zuppi – fa stanziando 80 milioni di euro l’anno dai fondi dell’8xmille per promuovere lo sviluppo integrale della persona e delle comunità nei Paesi poveri del mondo, valorizzando le iniziative delle Chiese locali. Questo significa sostenere le persone lì dove si trovano, preservando il diritto a restare nella propria terra”.
“Andrò ad Atreju per presentare la dottrina sociale della Chiesa”
Inevitabile la domanda sulla partecipazione alla kermesse nazionale di Fratelli d’Itala a Roma. “Sono stato invitato dal viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci che ringrazio. Un invito è sempre segno di considerazione. Interverrò in un panel sul welfare, un tema che preoccupa tantissimo la Chiesa. Sarà l’occasione per presentare la dottrina sociale della Chiesa che sta tanto a cuore a Leone XIV”.
“Mi fa paura l’idea di una fede ridotta solo in sacrestia”
Ne lungo colloquio il cardinale Zuppi chiarisce che chi lo ha messo in contrapposizione con figura del papa non conosce entrambi. “E non conosce cos’è la Chiesa perché al Papa si obbedisce. Ci si confronta perché la collegialità e la comunione è sempre anche confronto. Ed è un bene che ci siano sensibilità diverse visto che nella Chiesa non vige il pensiero unico ma un unico Vangelo! L’unità la fa sempre il Papa”. Ben venga una Chiesa attenta alla sfera sociale e politica. “Mi fa paura l’idea di una fede ridotta solo in sacrestia”. Il capo dei vescovi pensa a una via dialogante anche per evitare fondamentalismi.
Togliere il presepe? È come buttare giù i campanili, non aiuta il dialogo
Tra questi la rinuncia al presepe, una crociata proposta ciclicamente dalle anime belle del progressismo nel nome dell’inclusione. “È sempre la solita polemica sterile che ritorna ogni anno. Credo che su questo papa Francesco abbia risposto con una bellissima lettera, dedicata al presepe. Ripartirei da quella. È una tentazione credere che per essere accoglienti serva svuotare il presepe, come se quell’identità si contrapponesse ad altre identità o significasse prevaricazione e mancanza di rispetto. Non è così!”. La Natività e il crocifisso sono espressioni di un’identità “che sa convivere con altre religioni e altre presenze”. Toglierlo – conclude Zuppi – “è come buttare giù i campanili delle chiese: aiuta il dialogo? Non bisogna scolorirsi per poter dialogare con gli altri. Dobbiamo essere credenti e imparare a vivere insieme in un mondo plurale: fratelli tutti!”.