CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

A sinistra, Bonelli e Fratoianni. A destra, Hannoun

Nessuna autocritica

Hannoun, anche Bonelli e Fratoianni non c’erano e se c’erano dormivano: l’ipocrisia della sinistra è servita

Dopo l'arresto del leader palestinese in Italia, è corsa a prendere le distanze. Ma il problema non è una foto, è la cornice. E la domanda resta sempre la stessa: da quelle parti ci fanno o ci sono?

Politica - di Sveva Ferri - 29 Dicembre 2025 alle 15:37

Non c’erano e se c’erano dormivano. A due giorni dall’arresto di Mohammed Hannoun nell’ambito dell’inchiesta per i finanziamenti a Hamas, a sinistra è tutta una corsa a prendere le distanze dal leader palestinese in Italia, che al massimo – viene spiegato – è stato incontrato una volta, per caso, di sfuggita, mentre è la destra che fa speculazioni e strumentalizzazioni. Dopo Laura Boldrini, gli ultimi a iscriversi al partito del “chi lo conosce?” sono oggi Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

Fratoianni: «Mai sostenuto Hannoun, l’ho incontrato una sola volta»

«Non ho mai sostenuto Hannoun, non è amico mio. L’ho incrociato una sola volta, diverso tempo fa, a una conferenza stampa in cui c’erano moltissime persone», ha detto Nicola Fratoianni in un’intervista a Repubblica, nella quale ha aggiunto di non ricordare se quella conferenza stampa del 2022 alla Camera l’avesse organizzata lui. «Può anche essere, la verità è che non me ne ricordo. Io partecipo a centinaia di conferenze stampa, incontro migliaia di persone. Quel che è certo è che non ho mai avuto alcun rapporto con lui. Il fatto che si sia trovato nello stesso posto in cui c’ero anch’io non significa nulla», ha detto Fratoianni, smentendo di aver intrattenuto qualsiasi tipo di contatto con Hannoun.

Bonelli accusa la destra di fare un «un uso strumentale» della vicenda

Stesso schema per Bonelli, che sul Corriere della Sera ha sostenuto che «se seguissimo questi ragionamenti non dovremmo più incontrare nessuno», rivendicando che «il 7 ottobre noi siamo intervenuti in Parlamento per condannare duramente l’attacco terroristico di Hamas, che non può avere nessun tipo di giustificazione» e accusando la destra di fare «un uso strumentale» della vicenda. Poi, poco più avanti nella stessa intervista, alla domanda se Avs abbia intenzione di candidare Francesca Albanese, Bonelli ha risposto che è «una persona le cui battaglie noi condividiamo e apprezziamo ma in questa fase non stiamo parlando di candidature, nella maniera più assoluta».

Ascari del M5S va all’attacco e lancia la palla sul terreno giudiziario

Ha parlato di «menzogne deliberate, costruite per delegittimarmi, colpirmi politicamente e per intimidire chi non si allinea alla narrazione del mainstream» la deputata del M5S Stefania Ascari, della quale in questi giorni è stato ricordato che insieme ad Alessandro Di Battista andò in Siria con l’Abspp, l’associazione di Hannoun, e si fece parte attiva sui propri social per chiedere di sostenerla economicamente. «Sulla vicenda dei presunti finanziamenti a Hamas e organizzazioni terroristiche ho piena e totale fiducia nella magistratura. Se dagli accertamenti degli inquirenti venissero confermati legami con terroristi questo sarebbe gravissimo. Ma è appunto quella giudiziaria l’unica sede in cui si accertano i fatti – non nei talk show o sui giornali, non con le veline di governo», ha aggiunto, mentre il suo partito ne rivendicava con «orgoglio» l’impegno pro-Pal.

Il problema non è la foto, ma la cornice: a sinistra ci fanno o ci sono?

Il tema, però, che alla sinistra piaccia o no, qui è tutto politico, non giudiziario. Certamente spetterà alla magistratura andare fino in fondo alla questione dei finanziamenti a Hamas, ma spetta alla politica, a certa politica, interrogarsi su quanto e come si sia fatta strumento della causa di Hamas più che di quella del popolo palestinese, per esempio appoggiando in maniera acritica le “battaglie” di chi in piazza o sui palchi giustificava l’azione del gruppo, supportando le manifestazioni di chi inneggiava all’organizzazione, appena mascherandole dietro il tema della sofferenza dei palestinesi, utilizzandone gli stessi slogan, a partire da quel “governo complice di genocidio” che è stato sbandierato anche da Hannoun. Allora il problema non è la singola foto, ma la cornice che la contiene. E poiché è noto che in politica i contesti sono determinanti, delle due l’una: o certi esponenti della sinistra dopo decenni di parlamento ancora non sono in grado di capire la politica o quelli che lanciano accuse strumentali per distrarre dall’essenza delle cose sono loro. Ciascuno la legga come preferisce.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Sveva Ferri - 29 Dicembre 2025