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La leader della Cisl Daniela Fumarola alla manifestazione di Roma a piazza Santi Apostoli

La Cgil? Trova le differenze

Fumarola: «Un sindacato forte preferisce un tavolo in più e uno striscione in meno». La Cisl nella «piazza della responsabilità»

Alla manifestazione di Roma, la segretaria generala indica una chiara linea di metodo: il confronto. E rilancia un patto tra istituzioni, sindacato, imprese, territori per il bene del Paese: «Non partecipiamo alla gara di chi urla di più»

Politica - di Sveva Ferri - 13 Dicembre 2025 alle 14:24

Un sindacato che sceglie il confronto come metodo e la responsabilità come linea guida, tenendosi alla larga dalla «gara a chi urla di più». È quello rivendicato alla segretaria generale, Daniela Fumarola alla manifestazione nazionale della Cisl “Migliorare la manovra, costruire un Patto” che si svolta oggi a Roma, in Piazza Santi Apostoli, e che arriva all’indomani dello sciopero generale della Cgil che, invece, ha segnato una linea di condotta opposta. Anche per la Cisl nella manovra ci sono aspetti «da migliorare», ma questo non impedisce di riconoscere che molte delle istanze presentate sono state accolte e che, quindi, il dialogo nel rispetto dei ruoli e delle competenze funziona.

La necessità del dialogo e di un lavoro condiviso per il Paese

«Noi pensiamo che l’unità sindacale sia sempre stata e sempre sarà un valore, ma bisogna ritrovarsi sui contenuti e sul metodo. Il nostro metodo è il confronto, non il conflitto», ha detto Fumarola, spiegando che «da questa piazza devono passare due messaggi: il dialogo per noi è fondamentale e poi bisogna guardare oltre la manovra, che significa realizzare il patto della stabilità. Nel 2026 il Pnrr finirà, non pensiamo ce ne sarà un secondo, per cui bisogna unire le forze riformiste: sindacati, imprenditori e governo o il rischio è che il Paese torni indietro».

Un sindacato che fa il sindacato

Quanto alla manovra, la leader della Cisl ha ricordato che «ci sono molte cose che noi abbiamo chiesto che abbiamo ritrovato scritte, ma sappiamo che si può ancora migliorare». Fra gli aspetti migliorabili, per la Cisl, ci sono le misure per le pensioni e il fatto che nel testo manchi il rifinanziamento del fondo per la legge sulla partecipazione. Fumarola lo ha definito un «buco clamoroso» e si è appellata alla premier Giorgia Meloni perché venga sanato, «diversamente la Cisl saprà alzare in ben altro modo le bandiere», ha chiarito la segretaria generale. Anche in questo passaggio critico, però, c’è un’indicazione di metodo chiara: la Cisl sceglie di non salire su una barricata pregiudiziale, ma di sollecitare un processo di miglioramento possibile. E già all’ordine del giorno, come spiegato dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, nel suo intervento ad Atreju di un paio di giorni fa. «Il tema del rifinanziamento della legge sulla partecipazione è sul tavolo delle decisioni anche sugli ulteriori interventi che ci saranno in manovra», ha detto il ministro.

Fumarola: «Questa non è una piazza contro, è la piazza della responsabilità»

Fumarola, parlando con i giornalisti a margine della manifestazione, non è voluta entrare nel merito dello sciopero generale voluto da Maurizio Landini: «Non commentiamo i dati di ieri né le scelte della Cgil, diciamo che la nostra risposta alle crisi del Paese è questa piazza, la piazza della responsabilità». «Siamo qui per dire all’Italia una cosa semplice e grande: in un tempo in cui tanti strappano, noi vogliamo cucire. In un tempo in cui tanti dividono, noi vogliamo unire. In un tempo in cui tanti urlano “no” a tutto, noi vogliamo costruire dei sì concreti per il lavoro, per le famiglie, per il Paese. Questa non è una piazza “contro”, è la piazza della responsabilità».

Un «sindacato forte» che «preferisce un tavolo in più e uno striscione in meno»

«L’Italia ha bisogno di un sindacato forte, autonomo, riformista, capace di contrattare, di negoziare, di ottenere risultati. Questo sindacato c’è: è la Cisl», ha rivendicato la segretaria generale, spiegando che «non siamo il sindacato che si specchia nei cortei e si dimentica dei contratti», che «preferisce un tavolo in più e uno striscione in meno». «Si smetta di pensare che “fa sul serio” solo chi alza i decibel, mostra i denti, che affossa i negoziati», è stato quindi il monito di Fumarola, che si è rivolta poi direttamente a Cgil e Uil. Agli altri due sindacati «diciamo: possiamo avere culture diverse, storie diverse, linguaggi diversi, ma il Paese ha bisogno che sul terreno dei contenuti, degli obiettivi, delle proposte, a vincere sia la concretezza».

La Cisl non si iscrive «alla gara di chi urla di più»

«Alla gara a chi urla di più – ha chiarito Fumarola – certo noi non abbiamo mai partecipato e mai parteciperemo. È una responsabilità a carico di tutti: o il lavoro torna protagonista o altro, occuperà quello spazio». «Abbiamo bisogno di tutto, tranne che di nuove divisioni. Serve un grande accordo, fondato su partecipazione, nuova e agile concertazione, corresponsabilità, ad unire le migliori energie del Paese: istituzioni, sindacato, imprese, territori. Serve una cosa sola, ma enorme. Un Patto della Responsabilità. Non un manifesto. Non un titolo suggestivo. Un Patto vero. Una scelta politica e sociale di lungo periodo», ha concluso.

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di Sveva Ferri - 13 Dicembre 2025