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Fidanza annuncia un’interrogazione sul “dossier islamofobia” che “attacca governi democraticamente eletti” (video)

In sede europea

Fidanza annuncia un’interrogazione sul “dossier islamofobia” che “attacca governi democraticamente eletti” (video)

Politica - di Giulio Benarmato - 26 Dicembre 2025 alle 19:46

“Alla vigilia di Natale, Francesco Giubilei sul quotidiano ‘Il Giornale’ ha portato alla luce un dossier dal titolo “Report europeo sull’islamofobia 2024”, promosso da una serie di istituti culturali e realtà associative legati all’Islam politico in Europa, per accusare numerosi Stati europei, tra cui ovviamente l’Italia, di islamofobia”. Con queste parole il capodelegazione di Fratelli d’Italia – Ecr in Ue, Carlo Fidanza, ha annunciato le prossime azioni della coalizione: “Presenteremo un’interrogazione parlamentare urgente per fare piena luce su questi finanziamenti: vogliamo sapere a quanto ammontano, chi li ha autorizzati, a quale titolo e con quali obiettivi politici e perché apparentemente soltanto la parte sull’Italia abbia beneficiato di questi fondi”.

Ma non finisce qui, perché “nel gruppo di indagine che abbiamo promosso al Parlamento Europeo sui finanziamenti Ue alle Ong, andremo avanti a fare luce su questa miriade di contratti e finanziamenti, che rappresentano un immane spreco di denaro pubblico e un vergognoso tentativo di condizionare le nostre democrazie”.

Fidanza sul report dell’islamofobia 2o24: “Un dossier che attacca governi democraticamente eletti”

Il dossier di cui ha parlato Fidanza “attacca governi democraticamente eletti , come quello guidato da Giorgia Meloni, esponenti del centrodestra e chiunque osi difendere sicurezza, legalità, confini e identità dalla sottomissione islamica”. E c’è anche qualche dettaglio in più di cui tenere conto: “Per una strana circostanza, viene riportato che la parte italiana di questo documento, e soltanto questa, sia stata finanziata dall’Ue. Tale parte italiana è stata scritta da Marta Panighel, ricercatrice presso l’Università di Torino, che si definisce “un’attivista transfemminista” e che dichiara di studiare il cosiddetto “fascismo contemporaneo in Italia utilizzando una metolodogia etnografica femminista” e persino una fantomatica islamofobia di genere”. Insomma, “questa ovviamente non è ricerca: è propaganda politica pura, pagata con fondi pubblici”.

 

 

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