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Farsa nel Pd, Schlein prova a oscurare Meloni con un’assemblea “bulgara”: rissa, ma neanche un voto contro…

Il controcanto di Elly

Farsa nel Pd, Schlein prova a oscurare Meloni con un’assemblea “bulgara”: rissa, ma neanche un voto contro…

Politica - di Leo Malaspina - 14 Dicembre 2025 alle 17:20

Il controcanto “schleiano” passa per una assemblea farsa, nella quale il Pd esibisce una prova di unità del tutto artificiale, visto che la minoranza interna decide di astenersi per non disturbare la “manovratrice” nella mattinata in cui la segretaria del Pd sfidava a distanza Giorgia Meloni. Divise da qualche chilometro in linea d’aria, Elly Schlein e Giorgia Meloni parlano negli stessi minuti: la premier alla festa di Atreju a Castel Sant’Angelo e la segretaria all’assemblea nazionale dem, vicino alla basilicata di San Giovanni in Laterano. Due discorsi in parallelo che diventano l’occasione per un primo assaggio della sfida di qui verso le politiche. Una “sfida apertissima”, secondo Schlein. L’impostazione della campagna della segretaria è centrata tutta sulla distanza: quella di Meloni dal Paese reale. Una contronarrazione rispetto a quella di palazzo Chigi e “di Telemeloni”, attacca la segretaria, per cui “tutto va bene, anzi va meglio di sempre”. Carovita, sanità, scuola, lavoro ma anche tasse e sicurezza: Schlein elenca i nodi, snocciola dati negativi -“non lo dico io, sono i dati dell’Istat”- e provoca Meloni: “Esca dal palazzo, vada in un supermercato e veda scaffale per scaffale quanto sono aumentati i prezzi”. Meloni pensa a premierato e legge elettorale, che “vuole cambiare perchè ha paura di perdere”, pensa ai suoi interessi, incalza la segretaria Pd, e non “alle priorità degli italiani”. Quindi Schlein si rivolge agli elettori e chiede: “State meglio di tre anni fa?”. Il ‘canovaccio’ della campagna dei prossimi mesi parte da qui. Ma quelli del Pd come stanno, ci sarebbe da chiedersi…

Schlein sfida Meloni con un voto bulgaro

Schlein oggi all’assemblea Pd chiede e ottiene una tregua della minoranza, che allontana l’ipotesi di un congresso anticipato del Pd. Costruzione del programma e della coalizione saranno l’impegno dei prossimi mesi. Insieme alla campagna per il No al referendum. Sul programma, annuncia Schlein, da gennaio partirà un percorso aperto “nel Paese e per il Paese”, un cantiere programmatico. Intanto, l’assemblea nazionale del Pd ha approvato la relazione della segretaria Elly Schlein con 225 voti favorevoli. In presenza in 12 si sono astenuti e 24 da remoto, in totale 36. Voti contrari? Nessuno. Un partito Democratico, non c’è che dire, ma i toni si sono accesi, eccome, soprattutto sulla questione Pro Pal e sulla guerra in Ucraina. “Ascoltare giudizi verso alcuni nostri compagni, etichette: come ‘guerrafondai’, ‘riformisti da salotto’, ‘sionisti’ dimostra un conformismo avvelenato, che spinge ad allinearsi o ad andarsene fuori dal Pd o a stare zitto. Il pluralismo si pratica non si proclama e basta. Noi siamo più forti di così, anche questo significa essere alternativa. Non convocare le direzioni, prendere decisioni e poi comunicarle sui media, ci rende più fragili. Le divisioni si generano quando il confronto arranca”. ha detto Pd Pina Picierno all’assemblea del Pd.  E Simona Malpezzi: “Unità non è pensiero unico ma sintesi. Io non ho paura di essere minoranza, lo sono sempre stata, non me ne sono mai andata e non ho paura del confronto“, ha detto la senatrice del Pd. “La democrazia interna non si predica e basta, ha bisogno di spazi in cui poterla applicare”, “ci sono state poche direzioni per discutere”. Secondo la dem si può “essere testardi e unitari ma bisogna dare a tutti il senso di appartenenza”.

Anche Stefano Bonaccini entra in maggioranza.  “Il giorno stesso in cui presentai la mia candidatura al Pd dissi che se avesse perso qualcun altro, il giorno dopo avrebbe avuto il mio pieno sostegno”, ha spiegato nel suo intervento Bonaccini: “In questi tre anni non mi sono mai sentito minoranza perche’ vorrei su certi temi essere io maggioranza. Non ho mai smesso di tenere fede a quell’impegno. L’anomalia non è  il Pd che fa i congressi, ma gli altri partiti che non lo fanno. Pero’ c’e’ una anomalia che i cittadini vedono anche di più, quello del correntismo esasperato e di un segretario eletto che dal giorno dopo l’elezione si lavora a indebolire. Da oggi l’obiettivo è vincere le elezioni e dare un altro governo al paese”, ha concluso il presidente del Pd. Si sono astenuti i riformisti, quelli della Picierno, per intenderci.

“Alleanza? E’ nei fatti”

Sulla coalizione Schlein non si smuove dal suo essere “testardamente unitaria” e sorvola su Giuseppe Conte che ieri dal palco di Atreju ha detto che non c’è nessuna alleanza. Resta ai fatti, la segretaria Pd. Alla alleanza nelle Regioni, agli emendamenti comuni alla Manovra: “E‘ nei fatti, che germoglia l’elaborazione di un programma di governo comune“. La replica a Conte è affidata a Francesco Boccia: “Ricordo a Conte che prima non governava nessuna regione e ora ne governa due, che è in maggioranza in Toscana e ha contribuito a vincere in Sardegna e Umbria, strappando queste regioni alla destra. Mi pare di poter dire che quando siamo uniti si vince: la coalizione c’è, mi pare evidente, i risultati si vedono. Ci vuole rispetto per tutti i partiti della coalizione, non solo per Pd che è abituato”.

(La foto in alto è stata creata con Ia)

 

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