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Fango della Cgil sulla memoria di Sergio Ramelli dopo l’intitolazione di una scuola. FdI: “Frasi aberranti”

A Nardò

Fango della Cgil sulla memoria di Sergio Ramelli dopo l’intitolazione di una scuola. FdI: “Frasi aberranti”

Politica - di Leo Malaspina - 26 Dicembre 2025 alle 19:44

Reazione del tutto fuori luogo, quella della Cgil di Lecce, che ha espresso profondo sdegno e contrarietà per l’intitolazione di una scuola a Nardò (Lecce) a Sergio Ramelli, militante di destra ucciso nel 1975 da attivisti di sinistra extraparlamentare. Il sindacato ha definito la decisione una “provocazione contraria alla normativa ed al buon senso” da parte del sindaco Pippi Mellone, criticando l’assenza di “senso civico ed educativo” nel dedicare un luogo di formazione a una figura “divisiva”. La CGIL ha sottolineato che Nardò, medaglia d’oro al merito civile per aver accolto reduci dei campi nazifascisti, non merita tale “umiliazione” e che l’iniziativa contrasta con i valori antifascisti della Costituzione italiana, vietando apologie di figure neofasciste. Il sindacato ha invitato organi scolastici e l’Ufficio Scolastico provinciale a opporsi, valorizzando la scuola come spazio di solidarietà, inclusione e uguaglianza, senza celebrazioni divisive.

La Cgil all’attacco di Ramelli, la dura reazione di FdI

Durissima la reazione di Fratelli d’Italia. “Trovo aberrante che la Cgil di Lecce abbia espresso profondo sdegno per l’intitolazione di una scuola a Sergio Ramelli nel Comune di Nardò. Un atteggiamento indegno, che contribuisce ad alimentare un clima d’odio che dovrebbe essere definitivamente superato”, dice il deputato di Fratelli d’Italia, vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera ed ex vice Sindaco delle Giunte di Centrodestra milanesi, Riccardo De Corato.

”A Milano, presso l’Istituto Molinari, proprio quest’anno il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e il Sottosegretario Paola Frassinetti hanno scoperto una targa in memoria di Sergio Ramelli, in occasione del 50° anniversario della sua uccisione. Ricordo che stiamo parlando di un ragazzo di appena diciotto anni, ucciso nel 1975 da militanti di Avanguardia Operaia, colpevole soltanto di aver espresso le proprie idee in un tema scolastico contro le Brigate Rosse. Un omicidio politico brutale che dovrebbe unire tutti nel ricordo e nella condanna della violenza. Come si può, ancora oggi, a distanza di cinquant’anni, accanirsi contro una vittima innocente? Purtroppo continua a riemergere quel clima di odio tipico degli anni ’70 e ’80, che noi della Destra speravamo fosse definitivamente archiviato. Invece, dopo mezzo secolo, c’è ancora chi sembra indulgere in nostalgie violente e chi, ancor più gravemente, finisce per schierarsi dalla parte degli assassini”.

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di Leo Malaspina - 26 Dicembre 2025