Auguri Bert
Dick Van Dyke, il mitico spazzacamino di Mary Poppins compie 100 anni: e svela il segreto di successo e longevità da record
L'attore che si appresta a tagliare il traguardo delle cento primavere e da sempre il simbolo indiscusso dell'ottimismo americano, e la sua carriera un costante inno alla gioia, al ballo e all'intrattenimento garbato
Dick Van Dyke, l’iconico spazzacamino più amato del cinema sta per compiere 100 anni e l’energia di quel giovane Bert, compagno delle magiche avventure di Mary Poppins sprizza ancora da ogni poro della pelle dell’attore, simbolo indiscusso dell’ottimismo americano, la cui carriera è stata un inno alla gioia, al ballo e all’intrattenimento garbato, sempre forte, a prescindere da ruoli e film, di un sorriso diventato il tratto distintivo della sua maschera istrionica.
Dick Van Dyke compie 100 anni (e ha già cominciato a festeggiare)
Un uomo dai mille volti e dagli innumerevoli talenti, che ha costruito la sua fama su una versatilità unica votata alla physical comedy, spesso paragonato persino a quella di Charlie Chaplin. Così come poliedrico è stato il suo impegno attoriale che lo ha visto passare dal set alla tv e per i palcoscenici teatrali di Broadway (non necessariamente in questo ordine)…
Il segreto del suo successo e di una longevità da record
Lo scorso anno, in un’intervista a Variety in occasione dello speciale Dick Van Dyke: 98 Years of Magic, Van Dyke aveva riflettuto con affetto sulla sua carriera: «Mi è piaciuto tutto quello che ho fatto, e non molti possono dirlo». Quanto alla sua eredità artistica, aveva aggiunto: «Ho avuto un impatto positivo sui giovani. Se c’è qualcosa di cui andare fieri, è questo». Stavolta invece, iniziando con due settimane d’anticipo le celebrazioni per il suo centesimo compleanno, organizzando il 30 novembre a Malibu, in California, una serata musicale benefica di due ore insieme ai suoi fan, riflettendo sulle 100 candeline che spegnerà a breve, l’attore ha scherzato sul proprio segreto di longevità.
Gli esordi, la tv, Broadway e il debutto al cinema
«A volte mi vanto di essere arrivato a 100, ma se avessi saputo che ci sarei arrivato davvero, avrei avuto più cura di me stesso. Non so cosa abbia fatto di giusto, a parte sposare Arlene». Volendogli rinfrescare la memoria, allora, possiamo ricordargli che prima di conquistare il grande schermo, ha dominato la televisione, specie quando, tra il 1961 e il 1966, è stato il mattatore del The Dick Van Dyke Show, una delle sitcom più amate di tutti i tempi. Nel ruolo di Rob Petrie, uno scrittore di sketch comici, ha vinto tre Emmy Awards, consolidando il suo status di stella della commedia.
Dick Van Dyke, l’iconico spazzacamino di Mary Poppins
E ancora. La sua abilità di song and dance man fu premiata con un Tony Award per il musical di Broadway Bye Bye Birdie, ruolo che lo lanciò anche al cinema nel 1963. Poi è stata la volta della consacrazione sul grande schermo con Supercalifragilistichespiralidoso e il mito di Mary Poppins. Il 1964 segna l’apice della sua carriera e l’entrata nel pantheon Disney con il ruolo di Bert, lo spazzacamino filosofo al fianco di Julie Andrews (che vinse un Oscar per la sua interpretazione). Longevo e talentuoso, insomma, ma anche capace di rigenerarsi in ruoli e moduli espressivi sempre diversi e declinati a grammatiche spettacolari e set differenti.
Sempre sul set, in juna serie tv degli anni ’90 e nei camei di Una notte al Museo (2006 e 2014)
Come Dick Van Dyke ha dimostrato ancora una volta negli anni Novanta, quando ha saputo reinventarsi con successo nella serie televisiva Un detective in corsia (Diagnosis: Murder), dove, al fianco del figlio Barry, ha interpretato per otto stagioni il Dottor Mark Sloan, medico e detective amatoriale, conquistando una nuova generazione di fan. Ma anche in età ormai decisamente avanzata, Van Dyke non ha mai smesso di recitare: è apparso in film come Una notte al museo (2006) e nel sequel Notte al museo-Il segreto del faraone (2014).
Il desiderio di Dick Van Dyke che è anche un progetto di vita
Eppure avvezzo a linguaggi spettacolari della modernità, Van Dike ha confessato – sconcertando i più –: «Oggi tutti guardano il telefono. Io potrei essere l’unica persona negli Stati Uniti sopra i dieci anni a non averne uno». Ma a stretto giro ha spiegato anche il perché di questo strano segreto: «Voglio far rivivere l’arte della conversazione», perché anche con un secolo sulle spalle, continua a irradiare l’ottimismo e la vitalità che lo hanno sempre contraddistinto e a dimostrare di avere ancora tante cose da dirci e raccontare.