L'anniversario
“Destinazione paradiso” trent’anni dopo: Grignani per fortuna non ha mai cambiato rotta
Destinazione paradiso rappresenta, col senno di poi, il disco del popolo, lasciando intendere con questa affermazione che l’ascoltatore è libero di potere interpretare come meglio vuole i testi delle canzoni
Destinazione paradiso, album pubblicato nel 1995, è il disco di esordio di Gianluca Grignani e rappresenta, ancora oggi, il suo maggior successo commerciale, con oltre 2 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il cantautore milanese, reduce dall’esperienza di Sanremo con l’omonima canzone, irrompeva nel panorama musicale con un disco destinato a diventare uno dei capolavori della musica italiana, utilizzando un linguaggio moderno e generazionale, fotografia dettagliata di quell’epoca.
Una nuova edizione è uscita in cd e vinile il 5 dicembre per celebrare i trent’anni dalla pubblicazione, all’interno della quale si trovano materiali inediti, foto mai pubblicate e tante altre curiosità legate alla genesi dell’album, nonché una versione demo di Falco a metà, intitolata ancora Libera le Ali, accompagnato dalla sola chitarra di Massimo Luca, il produttore e arrangiatore dell’album.
Il cantautore stesso sui suoi propri profili social ha pubblicato 30 mini-storie, una al giorno, che descrivono curiosità e aneddoti dell’album. Accompagnato dalla sua chitarra, Grignani racconta con estrema sincerità come le canzoni siano nate, il significato dei testi, le influenze musicali che lo hanno formato. Ai video di oggi si alternano le interviste di Grignani appena ventiduenne, dove non nasconde il disagio a recitare il ruolo di idolo delle ragazzine affibbiatogli dalle case discografiche.
Come raccontato in una di queste storie, Destinazione paradiso rappresenta, col senno di poi, il disco del popolo, lasciando intendere con questa affermazione che l’ascoltatore è libero di potere interpretare come meglio vuole i testi delle canzoni, come a volere stroncare le polemiche che il testo della canzone parlasse di presunte tendenze suicide. Si ritrova quindi una sorta di esistenzialismo, tipico della scuola cantautoriale italiana, il cui riferimento artistico più vicino a livello temporale è Luca Carboni. La condivisione, attraverso i suoi testi, di temi come il disagio generazionale, la malinconia, la fragilità, il viaggio inteso come desiderio di cambiamento interiore, rappresenta il percorso artistico e personale per connettersi al pubblico.
Canzoni come La mia storia tra le dita, di cui sono state eseguite innumerevoli cover, anche in spagnolo e portoghese, o Falco a metà, Primo treno su Marte, nonché la stessa Destinazione paradiso, che risulta essere la canzone italiana più ascoltata all’estero su Spotify, possono ormai considerarsi classici della musica italiana.
«Canzoni molto forti, più forti di quello che l’etichetta ha fatto per distruggerle a suo tempo», ha dichiarato di recente Grignani, parlando ancora del suo esordio e criticando le scelte della casa discografica «che voleva fare più soldi possibili su di me» cercando di etichettarlo in maniera fin troppo semplicistica per sottostare a determinate logiche di mercato.
Motivi che lo hanno portato con il lavoro successivo, La fabbrica di plastica, ad attaccare l’establishment musicale. Un album coraggioso nei testi e negli arrangiamenti, che, nonostante risulterà un insuccesso a livello commerciale, sarà il punto di partenza di un percorso nuovo, complesso e mai convenzionale, sempre in tensione tra sperimentazione, introspezione e attitudine rock.
L’uscita dell’album è l’occasione per Grignani di ritornare sulle scene. E’ previsto per aprile la pubblicazione di un nuovo album, Verde Smeraldo – Residui di Rock’n’Roll, che segna il ritorno in studio dopo più di 10 anni, nonché due date per il maggio del 2026, all’Alcatraz di Milano e all’Atlantico di Roma.