Tutto fermo
Conte accerchiato, tra sudoku delle nomine M5S e gelo con Elly Schlein, dialogo e alleanze da campo largo si surgelano
Non c'è solo il palco di Atreju a dividere i due e congelare l'intesa. Intanto, tra fughe in avanti reciproche che bloccano la corsa di entrambi, sullo sfondo dello scontro frontale per la guida dello schieramento giallorosso, si delineano le complicate manovre di rimpasto interno ai 5 stelle
Non c’è solo l’invito ad Atreju (con fuga della Schlein e Conte pronto al palco) a spaccare il campo largo. Perché tra divisionismi e lotta fratricida i colpi di cannibalizzazione interna ai giallorossi vede il fronte intestino della frastagliata galassia pentastellata sempre più minato. Con l’avvocato di Volturara Appula intenzionato al colpo di mano ma sui carboni ardenti e sempre più nel mirino del fuoco ami-nemico. E tra i due leader Pd ed M5S lo scontro è sempre più frontale, alimentato da fughe in avanti che bloccano la corsa di entrambi.
Conte-Schlein, il gelo tra i due leader surgela l’alleanza
Il quadro è drammaticamente chiaro: i mal di pancia di piddini e grillini, tra i malumori di iscritti e attivisti, frondisti e correntisti, non si scatenano solo su Atreju, ma anche su un possibile leader campolarghista. Dalla Toscana Elly Schlein ha detto che in caso di primarie di coalizione lei è pronta, solo lei, a impugnare lo scettro della leadership dell’alleanza. Lei sì, peccato che manchino accordi e condivisione di base su programmi, referendum sulla giustizia, guerre e pace. E nel frattempo tra i due competitor di centrosinistra il gelo surgela il dialogo.
M5S, il sudoku delle nomine e grattacapi del presidente
Ma non è tutto, perché anche tra le retrovie interne Giuseppi ha il suo bel da fare. A quasi due settimane dall’affermazione di Roberto Fico in Campania, il cantiere delle nuove nomine del Movimento 5 stelle è ancora in stallo. Le carte della partita, tutte in mano al presidente Conte, rimangono coperte. Ma qualcosa inizia a filtrare da ambienti parlamentari pentastellati. Per esempio: l’unica certa di essere confermata come vicepresidente vicaria è l’ex senatrice Paola Taverna. Tutti gli altri, dai numeri due dell’ex premier, al presidente del Comitato di garanzia. Passando per il presidente del Collegio dei probiviri, se non sono in discussione, quantomeno non sono sicuri di rimanere al proprio posto.
La conta e il rimpasto tra vecchia guardia e emergenti
Da Statuto, solo i vice sono nominati dal presidente, ma spetta sempre a Conte proporre una rosa di nomi per il Comitato di garanzia, composto da tre membri, e per il Collegio dei probiviri, che di componenti, dopo Nova, ne ha addirittura sei. E qui il gioco si fa più intrecciato, perché a ballare iniziano a essere in tanti, nuovi e “vecchie guardie” pentastellate.
Conte e il rebus organigramma, papabili e “sacrificabili”
La questione più spinosa riguarda sicuramente i quattro che collaborano con il numero uno all’indirizzo del Movimento 5 stelle. Senza Chiara Appendino, dimissionaria, e Riccardo Ricciardi, diventato capogruppo alla Camera, i posti in ballo come vicepresidenti sarebbero sulla carta solo due. Ma non è detto che gli attuali Michele Gubitosa e Mario Turco non possano essere “sacrificati”. Nei corridoi di Montecitorio, riferisce Adnkronos, circolerebbe insistente la voce che il deputato di Avellino, finito “sotto processo” per i risultati non brillanti in Irpinia, verrà fatto fuori. Dal quartier generale dei Cinquestelle, invece, il sentiment sembra viaggiare in direzione opposta.
Le carte di mescolano
Di sicuro le carte sul tavolo di Conte sono affastellate. La questione, certo, è aperta. Motivo per cui entrano di prepotenza nell’alveo dei candidati l’ex presidente dei deputati Francesco Silvestri, la sua vice, Vittoria Baldino. Non solo, però, perché nel sudoku che agita il sonno di Conte ci sono anche altri due nomi illustri: Barbara Floridia e soprattutto Stefano Patuanelli. Se la presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai nei giorni aveva detto che non sapeva se sarà vicepresidente, per l’attuale capogruppo in Senato sarebbe necessario fare un passo indietro dal ruolo per assumere i galloni di vice di Conte, aprendo di fatto un’altra partita per cui sono pronti a correre tanto la sua vice, Alessandra Maiorino, quanto Luca Pirondini, l’uomo su cui, in un primo momento, il Movimento 5 stelle aveva puntato le sue fiches per la corsa alla Liguria.
Il passo indietro di Fico
Tra chi deve fare un passo indietro, poi, c’è sicuramente Fico. Con la carica da governatore in Campania, l’ex presidente della Camera lascerà il posto come presidente del Comitato di Garanzia, organo di cui fanno parte anche Virginia Raggi e Laura Bottici, anche loro vacillanti. I nomi che circolano con più insistenza per l’organo che “sovrintende alla corretta applicazione delle disposizioni dello Statuto” sono quelli di un’altra vecchia gloria come Alfonso Bonafede e quello di Ettore Licheri.
Poi c’è il Collegio dei probiviri, presieduto da Danilo Toninelli. Se l’ex sindaca di Roma più di qualche volta ha dissentito dalla linea di Conte, l’ex ministro viaggia praticamente sempre in direzione ostinata e contraria rispetto al leader pentastellato. Risultato? Qualcuno dice: “Via Toninelli, dentro Alfonso Colucci”. E mentre dispute e calcoli furoreggiano, Conte si prepara a calcare di Atreju…