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Il panel internazionale

“Come sarebbe l’Europa senza i conservatori?”: il confronto di Ecr party sulle sfide dell’Occidente

Leader conservatori europei e internazionali sul palco ad Atreju su identità, sicurezza, radici culturali e futuro dell’Unione europea. “Il nostro compito è difendere anche il contenuto di questo continente, cioè idee, tradizione, valori”

Politica - di Alice Carrazza - 13 Dicembre 2025 alle 14:37

Come sarebbe l’Europa senza i conservatori? Da questa domanda, posta dal segretario generale del Partito ECR Antonio Giordano, è nato il panel “Conservatives’ Challenges”, che si è svolto venerdì sera ad Atreju. La domanda ha guidato un confronto su temi già affrontati nei corsi di educazione civica e storia contemporanea: identità europea, sicurezza, valori culturali e futuro dell’Unione europea.

Ecr ad Atreju

I lavori sono iniziati con i saluti di Nicola Procaccini, co-presidente del Gruppo Ecr al Parlamento europeo. «La nostra storia è una lunga storia, con un passato ricco e un futuro luminoso. È qualcosa che dobbiamo portare lontano, dobbiamo riunirci tutti in un futuro comune», ha affermato Procaccini. «La nostra sfida deve essere quella di rispettare la nostra nazione, perché tutti vogliono più identità nazionale. Noi crediamo nell’alleanza delle nazioni».

Nell’introduzione, Elisabetta Gardini ha spiegato il contesto politico del panel. Ha ricordato che i tre anni di governo Meloni hanno rafforzato il ruolo dei conservatori, non solo in Italia ma anche in Europa, rendendo più visibile una linea politica basata su responsabilità, concretezza e identità.

Le radici europee secondo i conservatori

Nel suo intervento, Carlo Fidanza, vicepresidente dell’Ecr party e capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, ha dichiarato: «Questo è il momento decisivo. In tutta Europa stanno emergendo sempre più forze conservatrici. Ma il nostro compito non è soltanto difendere un continente: dobbiamo difendere anche il contenuto di quel continente, cioè le idee, la nostra tradizione, i nostri valori antichi e quella capacità di innovare che ha sempre guidato il resto del mondo».

«Solo con una guida conservatrice questo potrà avvenire», ha aggiunto Fidanza. «La nostra cooperazione è la base di questo cambiamento».

Il caso francese: sicurezza e integrazione

Un intervento molto seguito è stato quello di Marion Maréchal, vicepresidente del Partito Ecr e leader del movimento Identité – Libertés. «Noi che viviamo in Francia osserviamo una situazione preoccupante», ha affermato. «I dati mostrano tre elementi fondamentali: i musulmani sono sempre più numerosi, la radicalizzazione è in aumento e cresce soprattutto tra i giovani».

Maréchal ha quindi citato alcuni numeri: «Il 42% dei giovani musulmani dichiara una certa simpatia per correnti islamiste, il 59% difende l’applicazione della sharia anche nei Paesi non musulmani e l’uso del velo islamico è passato dal 16% al 45%». «Di fronte a questi numeri», ha aggiunto, «per noi conservatori esiste un obbligo di reagire».

Secondo Maréchal, «non possiamo rispondere a questa sfida senza affrontare seriamente le questioni dell’immigrazione e della demografia» e «la risposta non può limitarsi alla sola laicità». «Serve una risposta culturale e di civiltà», ha concluso, rivendicando «la centralità delle radici cristiane nello spazio pubblico europeo».

Identità e cultura

Anche George Simion, leader del partito romeno AUR e vicepresidente dell’ECR Party, ha utilizzato toni netti nel suo intervento. «Fino a quindici anni fa sarebbe stato impensabile sentire affermare che esistono numerosi generi oltre a uomo e donna», ha dichiarato. «Oggi siamo di fronte a una crisi profonda del rapporto con la realtà».

«Non siamo estremisti», ha aggiunto Simion, «ma rifiutiamo l’idea che il genere sia una costruzione culturale». «Se non reagiamo», ha concluso, «la civiltà europea è a rischio».

Un confronto internazionale

Al panel hanno partecipato anche altri rappresentanti politici conservatori di diversi Paesi: Adam Bielan dalla Polonia, Sigmundur Davíð Gunnlaugsson dall’Islanda, Kristoffer Storm dalla Danimarca e Miguel Mellado dal Cile, intervenuto in collegamento video. La loro presenza ha mostrato come molte sfide europee siano condivise anche al di fuori dell’Unione.

L’incontro si è svolto davanti a una platea numerosa, composta da partecipanti italiani e stranieri provenienti da più di diciassette Paesi. Atreju, ospitato nell’area di Castel Sant’Angelo, ha confermato il suo ruolo di spazio di dibattito politico aperto, con dieci giorni di eventi e centinaia di relatori.

L’Europa è dei conservatori

Nel complesso, dal panel è emersa l’idea che, senza i conservatori, l’Europa rischierebbe di perdere punti di riferimento importanti come identità, sicurezza e coesione sociale. Secondo i relatori, rafforzare i governi e i partiti conservatori è una delle strade per affrontare le sfide future.

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di Alice Carrazza - 13 Dicembre 2025