Amarezza alle elementari
Canti di Natale “sfrattati” dalla scuola perché “religiosi”: i bambini cantano all’aperto, un’altra follia
I canti di Natale sfrattati dalla scuola ed eseguiti all’aperto. Erano stati preparati per la festa scolastica organizzata alla scuola primaria Enriques Agnoletti di Bagno a Ripoli (Padule), in provincia di Firenze. come raccontano i siti locali. L’iniziativa, preparata da settimane all’interno di un progetto scolastico, è stata bloccata all’ultimo momento perché ritenuta “non inclusiva”. Nessuna comunicazione ufficiale alle famiglie. Grazie all’impegno dei genitori e degli insegnanti, che hanno voluto trovare un punto di caduta pur di fare esibire i bambini, alla fine questi si sono potuti esibire, ma solo all’aperto. I canti natalizi sono stati spostati all’esterno dell’edificio scolastico perché “religiosi”. Una delle tante follie a cui stiamo assistendo.
Canti di Natale per bambini, follia in provincia di Firenze
L’episodio non è stato indolore e ha lasciato stupiti e amareggiati molti genitori delle classi quinte della scuola primaria. Il progetto coinvolgeva i bambini e le bambine delle classi quinte ed era seguito dal maestro di religione Giammaria Scenini. A soli due giorni dall’evento – riferiscono i genitori -, l’iniziativa è stata bloccata in seguito ad alcune proteste all’interno del corpo docente. La motivazione addotta sarebbe stata la presunta mancanza di inclusività, trattandosi di canti religiosi che non avevano coinvolto anche gli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica.
I bambini si erano preparati da settimane
In realtà, la decisione ha suscitato incredulità tra la maggior parte dei genitori, compresi molti di quelli i cui figli non frequentano l’ora di religione. Si trattava di semplici canti natalizi, non di preghiere né di momenti liturgici: parlare di inclusività o meno in tale contesto non era appropriato. L’eventuale mancato coordinamento tra insegnanti, che avrebbe potuto prevedere il coinvolgimento anche degli studenti che seguono attività alternative, non avrebbe dovuto – sottolineano i genitori – ricadere sui bambini. Ora i prof più realisti del re saranno soddisfatti della loro piccola azione politicamente corretta. Nel nome di un’inclusione “di facciata”, l’effetto è stato quello di escludere proprio i bambini e le bambine. Che da settimane si preparavano a cantare davanti a compagni, insegnanti e famiglie. Per loro è un piccolo-grande evento.
Solo grazie alla disponibilità del maestro di canto e alla rapidità di alcuni rappresentanti dei genitori è stato possibile organizzare all’ultimo momento un’esibizione all’aperto, a piazza San Francesco. Ma molti genitori non sono Affatto contenti e continuano a parlare di “una pagina non bella”. La tradizione di un canto di Natale buttato fuori dalle mura scolastiche non è un bel vedere.