Il barbatrucco dei megaliti Pd
Bologna, lo sfregio al presepe lascia di sasso: al posto di grotta e Bambinello Lepore e compagni optano per “inclusivi” massi di gomma
A Piazza Maggiore sbarca l’arte dei pasdaran del politicamente corretto che cancella la tradizione e nasconde il Natale e i suoi simboli sotto mastodontiche pietre (gonfiabili). Cavedagna (FdI): «La Giunta dem è allergica alla nostra identità»
Se pensavate che il Natale fosse la festa della Natività, dei pastori e della Stella Cometa, siete rimasti indietro. O meglio, non siete al passo con l’estetica “progressista” della Bologna targata Pd. In Piazza Maggiore, proprio all’ombra della Basilica di San Petronio, il sindaco Lepore e i suoi pasdaran del politicamente corretto hanno deciso di regalarci un Natale… di sasso. Letteralmente…
Presepe a Bologna, un’installazione che lascia di sasso
Già, perché da Torino a Bologna, il tratto che unisce il percorso delle amministrazioni rosse nel segno del “rispetto” religioso e dell’ossequio all’inclusività, più o meno ostentati o rinnegati paesaggisticamente, è a dir poco breve, quanto percorribile al netto di slalom tra tradizione e innovazione. E si ferma nel cuore pulsante della “Dotta”, con un'”installazione artistica” spuntata in Piazza Maggiore, centro storico e simbolico della città, e che ora molti cittadini si sforzeranno di farsi piacere per apparire moderni e inclusivi, come la moda dem detta del resto… Altri ancora, però, impossibile non immaginarlo, accoglieranno con stupore questo “regalo di Natale”.
L’allergia rossa per la Natività
Ma veniamo al pietrificante allestimento: si chiama “Iwagumi-Dismisura” (un nome che è già tutto un programma di radical-chicchismo d’importazione) ed è un’installazione composta da 19 megaliti gonfiabili, alti fino a 14 metri: opera dell’artista australiano Nimrod Weis e voluta da Illumia e Bologna Festival per le festività. In pratica, dei massi alieni che sembrano atterrati per sbaglio nel cuore pulsante della città, raggelando chi passa per le arterie limitrofe con mastodontica plasticità e oscurando la bellezza rinascimentale della piazza con un’estetica che definire discutibile è un generoso eufemismo.
Presepe a Bologna, l’indignazione di FdI
Così, mentre i bolognesi si chiedono se si tratti di un set di un film di fantascienza di serie B o dell’ennesimo exploit artistico di cattivo gusto, la politica non sta a guardare. Durissimo l’affondo di Stefano Cavedagna, europarlamentare di Fratelli d’Italia, che ha centrato il punto con precisione chirurgica: «La giunta Lepore è allergica ai presepi. Ci rimangono solo i sassi giganti».
Siamo alle solite insomma: alla ennesima farsa o alla rituale solfa natalizia dem. Quella che intona note sociali e rimandi iconografici in nome di un’inclusività unidirezionale, per cui si nasconde la Grotta. Si silenzia la Natività. E si sostituisce la tradizione con installazioni “immersive” che non dicono nulla a nessuno, se non agli amici degli amici che le progettano. Evidentemente, per la sinistra, un bue e un asinello sono troppo “divisivi”, mentre dei palloni gonfiabili a forma di roccia sarebbero il massimo del simbolismo religioso e dell’espressione culturale.
Sos identità: un universo da difendere
Ecco, il paradosso è tutto qui: si invoca il “dialogo sincretico”, il messaggio universale, l’ecumenismo da melting-pot, e tutto per giustificare un vero e proprio calcio all’estetica e alla storia della città. Ma i bolognesi, che hanno il senso dell’umorismo nel sangue, sui social hanno già trasformato i megaliti di Weis nel bersaglio preferito di meme e sberleffi.
Presepe a Bologna, niente capanna, bue e asinello: troppo divisivi?…
La battaglia però è tutt’altro che satirica: è seriamente politica, sociale, e identitaria. Cavedagna ha già lanciato la sfida per il prossimo anno: riportare il Presepe davanti a San Petronio, la chiesa dei bolognesi. Perché il Natale non è una mostra di arte astratta per pochi eletti, o un plastico da camuffare be stravolgere a beneficio dei cultori di altri credi e riti. Ma l’anima di un popolo che non ha intenzione di farsi trasformare la piazza in una cava di gomma gonfiabile.
Ma tant’è: quest’anno, sotto le Due Torri, niente capanna. Per trovare Gesù Bambino bisognerà scavare sotto i massi del Pd. Ma la pazienza dei cittadini, proprio come quei megaliti, non sarà ormai sul punto di esplodere?