CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

garage

Romanzo criminale

Baby gang gestiva un garage delle torture a Roma: acqua bollente e sprangate a chi non pagava la droga

Pugni, schiaffi, con spranghe o altri oggetti contundenti, con gravi lesioni nei confronti di diverse persone

Cronaca - di Gianni Giorgi - 10 Dicembre 2025 alle 10:49

Un garage alla periferia di Roma trasformato in stanza delle torture . Una gang di giovanissimi spacciatori lo utilizzava per sequestrare le vittime “colpevoli” di non avere restituito denaro frutto dello spaccio. In quelle quattro mura fatiscenti, nel quartiere Massimina, avvenivano violenti pestaggi, duranti i quali utilizzate anche spranghe di ferro, e messe in atto vessazioni che comprendevano anche il versamento di acqua bollente sui malcapitati.

La testimonianza: “Legato a una sedia”

Avevo la faccia così gonfia da sembrare un alieno», racconta la vittima, la cui testimonianza – ripresa da la Repubblica – ha permesso ai carabinieri di Trastevere di ricostruire, passo dopo passo, le violenze subite. «Una volta nel garage Mirko mi ha colpito con diversi pugni. Poi gli altri. Dopo i primi colpi mi hanno legato a una sedia. Io non ho reagito perché ero impaurito dal fatto che mi trovavo in un luogo chiuso dove c’erano 10 persone – prosegue il giovane -.

L’indagine

Le carte dell’indagine ricostruiscono i drammatici episodi di violenza completi dalla gang. Gli indagati, tutti cittadini italiani, sono accusati di aver prelevato nel gennaio scorso le vittime dalle loro abitazioni per condurle nel garage . Li gli vennero legati le mani ei piedi e iniziavano le torture. “Ripetuti atti di crudeltà”, si legge negli atti. Pugni, schiaffi, con spranghe o altri oggetti contundenti, arrivando addirittura a versare acqua bollente addosso alle vittime causando loro gravi lesioni. Le ordinanze sono state emesse dal gip in una indagine congiunta della Dda e della Procura dei minori.

“Ti taglio tutto, ti ammazzo”

La genesi del procedimento è legata ad un arresto in flagranza per detenzione di sostanza stupefacente avvenuto nel marzo del 2025 che ha consentito di acquisire indizi elementiari in ordine a diversi episodi. “Ti taglio tutto, ti ammazzo”, le minacce rivolte nei confronti di una delle vittime, a cui sono stati poi tagliati i capelli con “il coltello alla base del cranio” dopo aver colpito con delle frustrate. Oltre l’acqua bollente venivano utilizzati anche coltelli con cui le vittime venivano minacciate

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Gianni Giorgi - 10 Dicembre 2025