Il convegno
Atreju, Rampelli contro il nichilismo urbanistico: “A Roma va sostituito il brutto, no al modello affaristico di Milano”
Dobbiamo ripensare le periferie, “irrompendo con una nuova stagione di ‘rinascimento urbano’ che può segnare il governo Meloni nel campo delle politiche abitative e della rigenerazione urbana, fino a dare forma a un nuovo piano casa”. Lo ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli, a margine del dibattito “Un nuovo rinascimento urbano: decostruire le periferie e ricostruire la città” durante la manifestazione Atreju di Fratelli d’Italia. “Atreju è il giovane che combatte contro il nichilismo, oggi lo ha ricordato il professor Zecchi, ponendoci davanti al dramma della parificazione tra ciò che è bello e ciò che è brutto. Il brutto è tale perchè generato da un brutto pensiero”, ha aggiunto. “La rivoluzione contro il modernismo, l’aggressione dei fondi immobiliari, i grattacieli costruiti nei cortili dei quartieri del centro è iniziata in tutto il mondo. Tranne che in Italia, dove il pensiero materialista è egemone, collettivista o liberista che sia. Un blocco granitico che impedisce l‘esistenza in vita della buona architettura fondata sul modello naturale della città giardino che prevede coorti interne, giardini condominiali, percorsi ciclopedonali, negozi di vicinato, studi professionali ai primi piani e residenze fino massimo al quinto, portici, fontane, statue, scuole, chiesa”.
Atreju, Rampelli propone un modello Meloni anche per le città
“Cio’ che non funziona – ha spiegato Rampelli – non deve essere riqualificato ma sostituito. Dobbiamo avere il coraggio di demolire gli orrori realizzati ai bordi delle grandi città, come hanno fatto centinaia di città libere di agire. Il mantra per il futuro deve essere questo: sostituire ciò che ha umiliato la persona umana, periferie moderne crimine contro l’umanità, per far decidere ai cittadini come e dove vogliano abitare e vivere. In questo le case popolari devono tornare a essere percepite in tutto e per tutto come servizio pubblico, non assoggettate a surreali agenzie immobiliari che non possono stabilire il prezzo dei vani e quindi destinate a fallire. In tutto questo Roma rischia di fare la fine di Milano, seguendo i pruriti di fondi immobiliari che dopo aver distrutto Milano cercano come sciacalli altre prede da spolpare. La bellezza deve tornare motore per un’economia reale e misurata, opposta a quella finanziaria. E’ ora di avviare – ha concluso – anche in Italia il Rinascimento urbano, con questo governo e questo presidente del consiglio. Se non ora, quando?”.