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Atreju: la Schlein è scappata, la toga rossa pro-migranti accetta l’invito. Silvia Albano: “Ci sarò, è giusto confrontarsi”

Atreju: la Schlein è scappata, la toga rossa pro-migranti accetta l’invito. Silvia Albano: “Ci sarò, è giusto confrontarsi”

Politica - di Monica Pucci - 4 Dicembre 2025 alle 11:02

Elly Schlein no, lei sì. “Non me l’aspettavo, ma capisco la logica legata a una certa rilevanza mediatica e a volersi mostrare disponibili al confronto anche con me che sono stata così aspramente criticata”, racconta al “Corriere della Sera la presidente di Magistratura Democratica Silvia Albano fresca di invito ad Atreju, la festa di FdI che inizierà tra due giorni a Castel Sant’Angelo. La “toga rossa”, come più volte definita dai giornali, parteciperà a un dibattito moderato dal direttore del Foglio Claudio Cerasa con il ministro Carlo Nordio, il professor Sabino Cassese, il senatore di FdI Alberto Balboni, l’ex pm Antonio Di Pietro, la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani. “Certo, c’è un po’ di squilibrio a favore dei sostenitori della riforma della magistratura, ma fa parte del gioco”, dice al Corriere.

Atreju si apre al dibattito sulla giustizia col giudice pro-migranti Silvia Albano

Silvia Albano, nata a Padova e 63enne, opera come giudice ordinario presso la Sezione Immigrazione del Tribunale di Roma. Presidente nazionale di Magistratura Democratica, corrente progressista della magistratura, Albano ha guadagnato notorietà per le sue pronunce che contrastano le politiche migratorie del governo Meloni.​ Nel ottobre 2024, Albano ha redatto la sentenza che ha negato la convalida del trattenimento di 12 migranti (otto dal Bangladesh e quattro dall’Egitto) nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Gjader in Albania, parte del protocollo Italia-Albania. I giudici hanno ritenuto il meccanismo una violazione del diritto UE, equiparandolo a un respingimento collettivo vietato dalle direttive europee, poiché paesi come Bangladesh ed Egitto non sono interamente sicuri. Questa decisione ha innescato una serie di pronunce analoghe e ha portato il governo a modificare il protocollo, trasformando gli hotspot in semplici CPR, con ulteriori ricorsi alla Corte di Giustizia UE confermati nel 2025.​ Le ordinanze di Albano sono finite nel mirino del governo Meloni, che ha accusato i magistrati di “opposizione pregiudiziale” e ha approvato un decreto legge per ribaltarle.

La Albano, però, ci sarà alla festa di FdI: “Non credo che fosse giusto rifiutare il confronto con il principale partito di governo, quello che esprime la presidente del Consiglio. Io sono sempre disponibile al dialogo con tutti, un metodo certamente preferibile agli attacchi personali. Cambio di linea del governo? Non crede però che sia un cambio di linea da parte della destra nei confronti delle toghe rosse: «Non lo so, non mi illudo. Però penso che valga la pena cogliere l’occasione per ribadire le buone ragioni contrarie alla riforma della magistratura anche di fronte a chi l’ha voluta. Il clima e i toni dello scontro non mi appartengono, forse cercheranno di mettermi un po’ all’angolo. Ma accetto il rischio. Anche perché credo che almeno una parte dell’elettorato di Fratelli d’Italia abbia a cuore l’indipendenza di una magistratura non intimidita. E in grado di applicare il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge”.

Sulle sentenze contro il trasferimento di migranti in Albania spiega: “Mi ero limitata a intervenire in convegni scientifici con altri giuristi, prospettando problemi di compatibilità con il diritto dell’Unione europea, che poi si sono dimostrati tali; erano considerazioni in punto di diritto, come quelle espresse nelle audizioni che normalmente accompagnano l’iter di approvazione delle leggi. E se si fosse instaurato un dialogo su quelle criticità evidenziate si sarebbero forse risparmiati tanti soldi, e tante polemiche seguite a decisioni prevedibili. Poi ho aderito all’invito di un mio amico che su Facebook , per il suo compleanno, invitava a raccogliere fondi per una Ong, donando 10 euro. Non me ne vergogno affatto”. Infine, la riforma della giustizia: “Non mi convince perché senza garanzie di effettività i principi scritti sulla carta restano tali, come avviene in Paesi dove non vengono rispettati, come ad esempio l’Egitto. Lo sdoppiamento e il forte indebolimento del Consiglio superiore della magistratura, che è lo strumento di garanzia dell’indipendenza di giudici e pm, mette a rischio quel principio. Credo e spero che su queste cose si possa dialogare anche ad Atreju”.

 

 

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