La chiave politica
Atreju, il bilancio di Donzelli: così il confronto «senza filtri» ha smascherato una sinistra divisa su tutto
Il responsabile organizzazione di FdI spiega perché a Castel Sant'Angelo le contraddizioni del campo largo sono esplose in maniera così deflagrante: «Il confronto diretto, fuori dall'emiciclo, mette in luce compattezze e divisioni. Conte ha detto ciò che molti sanno: nel campo largo non c'è vera organicità»
Il luogo della trasparenza, in cui «le posizioni emergono per quello che sono». All’indomani della fine di Atreju, il responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, traccia un bilancio della festa di FdI che per nove giorni ha reso Castel Sant’Angelo il cuore del dibattito politico e sociale italiano. È stata un’edizione da record per numero di presenze, di ospiti e di dibattiti. Ma il lascito della festa è, forse, soprattutto l’ulteriore elemento di chiarezza che ha offerto agli italiani grazie alla formula «senza filtri» che da sempre la contraddistingue e che «fa emergere la realtà», spiega Donzelli, portando l’esempio dell’intervento di Giuseppe Conte: «Ha detto ad alta voce ciò che molti sanno: nel campo largo non c’è vera organicità, ma una somma di convenienze».
La rappresentazione plastica della differenza tra FdI e Pd
Quello che si è visto, prosegue Donzelli, in un’intervista al Giornale, «è il riflesso di una sinistra divisa non solo sui temi – esteri, sicurezza, energia – ma sulla propria identità. Al contrario, qui è emersa la compattezza del centrodestra, anche sul piano umano». «Non entro in casa d’altri», prosegue il deputato di FdI, rispondendo alla rivendicazione di Schlein sul fatto che l’assemblea del Pd non è una kermesse. «Posso però dire che Atreju non è solo una kermesse: è una festa politica aperta a tutti, con un confronto diretto. Nelle iniziative del Pd spesso si vedono più correnti che partiti: ognuna parla a se stessa. È legittimo, ma racconta una difficoltà identitaria evidente. Noi abbiamo scelto di aprire e discutere, senza paura del confronto».
Donzelli: «Ad Atreju le posizioni emergono per quello che sono»
In questa linea di metodo Atreju aiuta anche a chiarire le posizioni, «perché qui emergono per quello che sono». «Il confronto diretto, fuori dall’emiciclo, mette in luce compattezze e divisioni. Succede ogni anno: anche questa volta – sottolinea Donzelli – è apparsa una maggioranza coesa e un centrosinistra disorganico su quasi tutto». Francesco Boezi, che firma l’intervista, sposta quindi lo sguardo sulla prossima edizione, l’ultima prima delle politiche. «Sarà un passaggio cruciale», commenta il responsabile organizzazione di FdI, chiarendo comunque che «è presto per dire come sarà, ma una cosa resterà: la stabilità del governo». «Proprio perché l’ultimo prima della campagna elettorale, sarà il momento per tirare un bilancio politico della legislatura. Per noi è un capodanno: si fanno le somme e si guarda alla sfida che viene».
Una festa fatta col «lavoro della militanza»
E, a proposito di bilanci e trasparenza, l’intervista è anche un’occasione per rispondere alle polemiche sui costi della kermesse, anch’esse oggetto di una domanda. «I costi sono molto più bassi rispetto ad altre manifestazioni. Atreju – ricorda Donzelli – è fatta quasi tutta in casa. Grafica, comunicazione, programma e social sono interni. Niente grandi archistar: la festa la pensano da soli. È il lavoro della militanza, di Fratelli d’Italia e di Gioventù Nazionale. Se esternalizzassimo tutto, i costi sarebbero proibitivi. Tutto è alla luce del sole».