CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Africano inneggia ad Allah e distrugge il presepe. E’ il Natale dei vandali e delle censure della sinistra laicista

Ultimo episodio a Brescia

Africano inneggia ad Allah e distrugge il presepe. E’ il Natale dei vandali e delle censure della sinistra laicista

Cultura - di Luca Maurelli - 20 Dicembre 2025 alle 16:40

A quanto pare il Bambiniello, nel 2025, fa più paura delle bombe di Putin e del terrorismo islamico. A leggere le cronache dell’ultimo mese sembra che la furia iconoclasta, anti-cattolica e laicista, si sia scatenata contro i simboli del Natale come mai era accaduto negli anni scorsi. Decine gli episodi, ovunque, simbolici, certo, ma dolorosi, dolorosissimi per i cattolici che a Natale non vivono con passione solo la lievitazione del panettone ma anche la nascita del Salvatore: presepi vandalizzati, Madonne decapitate, “Bambin Gesù” femmine, “San Giuseppa” col pancione, perfino Natività utilizzate come nascondiglio da immigrati clandestini, per non parlare di censure di cori natalizi, alberi di Natale fatti scomparire dalla scuole per non offendere la sensibilità degli stranieri, lavoretti natalizi vietati manco fossero attività criminali.

L’ultimo episodio, due giorni fa, a Brescia, dove un immigrato della Nuova Guinea si è scagliato contro il presepe allestito in centro a Brescia avrebbe pronunciando frasi inneggianti ad Allah. L’uomo ha vandalizzato una delle statue della Natività posta sotto il porticato del palazzo comunale della Loggia a Brescia, nel cuore della città. A essere colpita è stata la figura di un pastore, rimasta lesionata a un braccio. L’autore del gesto è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale dopo aver aggredito i poliziotti.

Natale sotto attacco, dagli islamici ai laicisti di sinistra

Nei giorni scorsi episodi simili si erano verificati in tante altre parti d’Italia. a Civavegna (Pavia) il 7 dicembre i vandali hanno spezzato le orecchie dell’asinello del presepe parrocchiale;, a Vaie (Val di Susa), due giorni dopo, le Opere del “Presepe d’artista” sono state imbrattate con vernice blu, a Trieste, negli stessi giorni, è stato decapitato un pastore nel presepe di Piazza Unità, a San Gimignano (7il presepe sotto Loggia dei Leggieri è stato devastato da 4 incappucciati, il 15 scorso a Lugo misteriosi teppiasti hanno danneggiato la  Madonna (braccio rotto) e il Bambin Gesù nel presepe del Pavaglione. Ed ancora, presepe danneggiato due giorni fa a Ramacca, in provincia di Catania, a Parabiaco, a fine novembre, nell’area del Milanese, ​un islamico ha distrutto delle statue in chiesa, fino ad altri episodi minori. Ma negli ultimi 30 giorni è accaduto anche altro: diverse scuole italiane hanno modificato o annullato cori e recite natalizie per motivi di “inclusività” o laicità, eliminando riferimenti a Gesù e simboli cristiani, scatenando polemiche politiche e genitoriali. Qualche caso: aBagno a Ripoli (Firenze, 19 dicembre), la Scuola “Enriques Agnoletti” del Padule ha annullato cori natalizi ritenuti “non inclusivi” da alcuni insegnanti, a Reggio Emilia la Scuola San Giovanni Bosco ha modificato il “Din Don Dan” (Jingle Bells), rimuovendo “buon Gesù” per laicità, a Magliano (Grosseto) una scuola primaria ha riscritto il canto natalizio, sostituendo “buon Gesù” con “buon Natal” per l’inclusione. Per non parlare delle progressiva “estinzione” degli alberi di Natale dagli ingressi delle scuole, e stavolta l’emergenza ambientale non c’entra nulla, c’entra quella spirituale, semmai, fomentata dai laicisti di sinistra, manco fossimo in piena Rivoluzione francese.

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Luca Maurelli - 20 Dicembre 2025