La circolare del Ministero
Valditara: basta comizi politici nelle aule, la scuola è confronto a più voci. E la sinistra grida alla censura
Basta comizi nelle scuole, stop a dibattiti e incontri a senso unico, la cultura è confronto e pluralismo non indottrinamento. Questo il senso di una circolare voluta dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che, neanche a dirlo, ha suscitato le vibrate proteste delle sinistre, Pd in testa. Occupazioni o no l’assenza di contraddittorio è cronaca di tutti i giorni. Nelle scuole è un profluvio di eventi politico-culturali a senso unico, con ospitate di testimonial, personaggi politici e sindacali di una sola parte. Si va dall’incontro con la Cgil al liceo Torricelli di Faenza alla testimonianza di Paolo Romano, consigliere Pd, imbarcato sulla Flotilla, in due istituti milanesi. Per non dire dei veri e propri comizi pro Pal con incontri “copia e incolla” sponsorizzati dai collettivi studenteschi. Impossibile trovare un evento con un rappresentante della causa israeliana. Le aule scolastiche, invece, devono essere palestra di confronto, ribadiscono dal ministero di viale Trastevere. Informazione e formazione sono sinonimi di confronto tra sensibilità diverse, anche opposte, non basarsi sui ‘consigli’ di una sola parte.
La circolare di Valditare: basta comizi nelle aule scolastiche
Nella circolare inviata a tutte le scuole si chiede il rispetto del pluralismo. “Si ritiene – osserva il ministro – che nell’organizzazione di tali eventi le istituzioni scolastiche debbano operare in modo da assicurare il pieno rispetto dei principi del pluralismo e della libertà di opinione. E garantire, in ogni caso, il dialogo costruttivo e la formazione del pensiero critico”. Il documento, firmato dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, sottolinea l’importanza di educare gli studenti a “cogliere la complessità della realtà che li circonda”. E a fuggire “dalla logica della mera contrapposizione”.
Opposizioni all’attacco, Malpezzi: è censura che imbriglia il confronto
Un appello che, neanche a dirlo, scatena le ire delle opposizioni che gridano alla censura. Il Pd è in prima fila nella crociata contro il ministro ‘autoritario’ che imbriglierebbe il confronto. “La scuola – attaccano le dem Simona Malpezzi e Irene Manzi – non è un luogo di sorveglianza. Ma un luogo dove liberare le idee perché solo dove si discute liberamente, si educa davvero alla cittadinanza”. Poi annunciano un’interrogazione che sa di provocazione chiedendo al ministro se non ritenga incostituzionale una formulazione “che può produrre un effetto dissuasivo sul libero confronto di idee nelle scuole, scoraggiando iniziative e dibattiti che invece dovrebbero essere incoraggiati”.
La replica del ministro: al Pd non piace il rispetto del pluralismo
La risposta di Valditara non si fa attendere. “Prendo atto che per il Pd invitare nei percorsi di istruzione al costante rispetto del pluralismo, alla formazione di un pensiero critico, al libero dibattito, per favorire nello studente lo sviluppo di una propria autonoma e non condizionata opinione, sarebbe in contrasto con l’autonomia scolastica”. Dal Nazareno, insomma, un capovolgimento della realtà. La tendenza attuale nella programmazione dei dibattiti scolastici si ispira all’indottrinamento in assenza di contraddittorio.