CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Va in coma dopo il trapianto di capelli: scoperto ad Arezzo un centro con finti medici e abusivi

L'indagine in corso

Va in coma dopo il trapianto di capelli: scoperto ad Arezzo un centro con finti medici e abusivi

Cronaca - di Robert Perdicchi - 18 Novembre 2025 alle 16:33

In coma dopo un trapianto di capelli. Non in Turchia, terra promessa per tanti italiani alle prese con la calvizie, ma in Toscana, ad Arezzo, e la vittima è una donna, non un uomo. In uno studio medico del centro di Arezzo si sarebbero svolte attività sanitarie abusive e sarebbero stati praticati interventi di trapianto al cuoio capelluto in assenza di personale abilitato e delle prescritte autorizzazioni previste dalla legge.

Trapianti abusivi, indagini su un centro ad Arezzo

Al termine di una indagine due persone sono state denunciate per esercizio abusivo della professione medica e lesioni personali gravissime. A denunciare i familiari di una donna che, dopo essersi sottoposta a un trattamento di trapianto al cuoio capelluto, era stata trasportata all’ospedale San Donato di Arezzo ed è in coma a causa di una grave infezione, che sarebbe sorta al momento dell’anestesia somministrata nel corso dell’intervento. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile della questura di Arezzo, le prestazioni sanitarie di trapianto dei capelli venivano pubblicizzate, anche tramite canali social, come semplici interventi estetici di rinfoltimento del cuoio capelluto, ma di fatto, consistevano in vere e proprie operazioni di microchirurgia, eseguite con strumenti medici e anestetici locali, da un’operatrice che sarebbe stata priva dei titoli e delle competenze necessarie, ma soprattutto senza l’assistenza di un professionista sanitario qualificato.

Gli investigatori in una nota,  hanno ricostruito un quadro in cui una 40enne sudamericana, laureata in medicina all’estero ma con titolo non riconosciuto in Italia, eseguiva in autonomia interventi di microchirurgia con anestesia locale in una stanza a lei riservata nello studio, con il consenso del medico titolare. Gli interventi, pubblicizzati anche sui social come semplici trattamenti estetici, venivano pagati in contanti per somme tra 1.400 e 1.500 euro. Durante un controllo, la squadra mobile ha trovato postazioni, attrezzature chirurgiche e materiale pubblicitario riferibile all’attività illecita. Secondo gli investigatori, il medico titolare era pienamente consapevole della mancanza di abilitazione della donna, che non era iscritta all’Ordine dei medici.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Robert Perdicchi - 18 Novembre 2025