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Urso: ‘Transizione 5.0’ è il brutto anatroccolo che si è rivelato un bellissimo cigno

Intervistato da "Il Tempo"

Urso: ‘Transizione 5.0’ è il brutto anatroccolo che si è rivelato un bellissimo cigno

Il Ministro per le Imprese e il Made in Italy rivendica il lavoro del governo e sull'ex Ilva ricorda: Il tavolo è a Palazzo Chigi da due anni. Nessuno come questo governo ha risposto al confronto con i sindacati

Politica - di Redazione - 22 Novembre 2025 alle 09:51

Transizione 5.0, come il brutto anatroccolo, prima osteggiato, deriso, allontanato, si è rivelato improvvisamente un bellissimo cigno che tutti desiderano. Abbiamo superato già i 4 miliardi di prenotazioni che, sommati ai 2,3 di Transizione 4.0, raggiungono un ammontare complessivo di 6,3 miliardi di euro” . Per questo il limite al 27 novembre, perché “abbiamo necessità di capire quante siano le risorse da coprire, per farlo in modo tempestivo ed efficace prima della chiusura della legge di bilancio”. Lo dice in una intervista al quotidiano “Il Tempo” il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Su Transizione 5.0 tre interventi distinti

Il ministro precisa come sul tema si sta intervenendo “in tre modi, in piena coerenza, al fine di sostenere gli investimenti in innovazione, digitalizzazione e sostenibilità ambientale delle nostre imprese che hanno mostrato un gradimento ben superiore alle previsioni per il Piano Transizione 5.0. Primo: con il decreto approvato” in CdM “che ci consente di garantire le agevolazioni pubbliche sia a coloro che sono entrati in graduatoria, sia a coloro che, ove le loro richieste siano legittime, si prenoteranno sino alla chiusura della piattaforma. Secondo: con l’immediata attivazione del nuovo Piano Transizione 5.0 dal 1° gennaio del prossimo anno, mediante un emendamento alla legge di bilancio che eviti ulteriori provvedimenti applicativi. Terzo: con l`impegno a rendere continuativa la misura, che ha avuto straordinario successo, anche negli anni successivi”.

Tavolo Ilva: Governo ha sempre risposto al confronto coi sindacati come nessuno prima

Capitolo ex Ilva e futuro, dopo che nell’ultima riunione c’è stata una rottura con i sindacati che hanno chiesto l’intervento diretto della premier Meloni alla riunione, il ministro Urso spiega che “Il Tavolo Ilva è a Palazzo Chigi da oltre due anni, anche perché la soluzione è competenza di più Dicasteri. È coordinato dal sottosegretario Mantovano, e vi partecipano anche gli altri ministri competenti, a dimostrazione di quanta importanza il Governo abbia sempre riposto nel confronto con i sindacati, come nessun altro prima”. “Questa coesione di intenti – continua – trova piena conferma nel decreto appena approvato, che garantisce ai commissari le risorse necessarie a realizzare sia la manutenzione degli impianti, ai fini di aumentarne la capacità produttiva e soprattutto di garantire la massima sicurezza dei lavoratori, sia la formazione professionale necessaria alle nuove tecnologie”.

Contesto locale molto difficile anche per eredità del passato

Sulla difficoltà a trovare investitori, Adolfo Urso specifica che “Il contesto locale è molto difficile anche per l’eredità del passato, che ha lasciato gravi ferite nella città di cui siamo pienamente consapevoli, oltre a compromettere la funzionalità degli impianti. Baku Steel, con cui i commissari avevano in corso il negoziato preferenziale, ha dovuto prendere atto del diniego all`approdo della nave rigassificatrice con cui pensavano di alimentare forni elettrici e relativi DRI nel processo necessario e condiviso di decarbonizzazione”. “Peraltro” continua il capo del Mimit “il secondo altoforno è ancora sotto sequestro probatorio, con una perizia che non si è ancora conclusa dopo sette mesi. In questo contesto molto complesso, vi sono comunque quattro operatori in campo: due lo hanno fatto con specifiche manifestazioni di interesse e gli altri chiedendo l`ingresso in Data Room. Si tratta di una sfida difficile , come tutti riconoscono, ma il nuovo contesto europeo che stiamo determinando potrebbe incoraggiare gli investimenti di operatori che non producono in Europa”.

Commissione agirà per tutelare la produzione interna da concorrenza extra-Ue

Ma c’è una ulteriore novità, perché “siamo riusciti a convincere la Commissione ad agire per la tutela della produzione interna dalla concorrenza extra-UE, che spesso non rispetta le nostre regole ambientali e lavorative. Nelle prossime settimane ci presenterà le nuove misure di salvaguardia sull’acciaio che andranno incontro a queste nostre esigenze e procederà con la revisione del CBAM sulla base del documento di indirizzo che noi avevamo presentato. Per questo chi non produce in Europa avrà la necessità di produrre nel nostro continente” Un intervento di nazionalizzazione dello Stato? “E’ necessario passare attraverso la gara, come prescrivono le norme europee, peraltro nel pieno i rispetto delle regole sugli aiuti di Stato. L`ipotesi di un soggetto pubblico che supporti una proposta industriale è ovviamente in campo”, conclude Urso.

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di Redazione - 22 Novembre 2025