Riqualificazione dell'impianto
Urso gela i sindacati catastrofisti sull’Ex Ilva: “Investiamo sulla formazione dei lavoratori e sulla conversione green”
La missione del governo Meloni è quella di riqualificare l’Ex Ilva e di tutelare i lavoratori. Rispetto a quanto riportato dai sindacati martedì, come ha spiegato Adolfo Urso, “non c’è alcun aumento di cassa integrazione. Riteniamo invece che ci sia maggiore necessità di formazione”, a margine del Forum Space&Blue in corso oggi a Palazzo Piacentini a Roma. “Coloro che saranno chiamati a svolgere la formazione matureranno tutti i diritti contrattualmente previsti per coloro che sono a lavoro – ha proseguito il ministro -. Quindi, non c’è alcun aumento di cassa integrazione ma c’è un forte e significativo investimento sulla formazione con l’intenzione di concentrare le risorse sulla manutenzione degli impianti al fine di maggiore tutela dei nostri lavoratori”.
Nonostante ciò, il segretario generale della Fiom Michele De Palma coglie l’occasione per affermare che “Urso rischia di portare a schiantare l’ex Ilva e l’industria di questo paese, gli va tolta di mano”. A dargli manforte è arrivato anche il il segretario generale di Fiom Michele De Palma, che in conferenza stampa ha paragonato il titolare di via Veneto a Maria Antonietta, “la quale, a chi le diceva il popolo ha fame perché non ha pane’ rispose ‘che mangino brioche”.
Urso: “La gara per la vendita dell’Ex Ilva è in corso in una gara internazionale”
Come ha sottolineato il ministro delle Imprese, il negoziato per la vendita dell’ex Ilva “è in corso, all’interno di procedura di gara internazionale, Accanto ai due soggetti che hanno manifestato sin dall’inizio la loro intenzione di acquisire l’intero asset si sono aggiunti, come la gara prescrive, altri che stanno manifestando lo stesso interesse”. Sono quindi smentite le tesi catastrofiste del segretario della Fim Ferdinando Iuliano, convinto che “non c’è un imprenditore privato, ad oggi, che possa presentare un’offerta per l’ex Ilva”.
A quanto pare, c’è chi già si è fasciato la testa a priori, senza dimostrare spirito di collaborazione. Nel frattempo, Adolfo Urso ha ricordato che la gara internazionale “risponde alle norme europee e nazionali e che ovviamente ha bisogno di tempo per potersi al meglio esplicare, con la condizione che ha posto nella sua competenza il Comune di Taranto nel documento approvato dal Consiglio”. Peraltro, nel documento approvato dall’aministrazione locale c’è scritto che “non è consentito l’approdo della nave rigassificatrice, che occorre entro cinque anni chiudere gli altoforni e che occorre eventualmente operare verso una transizione green con tre forni elettrici e uno Dri. E noi nel pieno rispetto delle autonomie ci muoviamo”.
Investimenti su formazione, sicurezza e riqualificazione green: altro che apocalittismo generico
“L’ex Ilva chiuderà. Questo è il vero piano del governo Meloni, altro che decarbonizzazione, ristrutturazione, riqualificazione”. Sono state queste le parole della segretaria pugliese della Cgil Gigia Bucci, che a sua volta ha attaccato con il paraocchi l’esecutivo, diffidando dall’impegno dall’attuazione del nuovo piano per la riqualificazione dell’Ex Ilva. A frugare ogni dubbio sulla preparazione del nuovo piano ci ha pensato, ancora una volta, il ministro Urso: “Abbiamo illustrato con estrema chiarezza che si è dato avvio a una fase di formazione dei lavoratori, ai fini anche del migliore utilizzo della nuova tecnologia green e nel contempo che non è previsto alcun aumento della cassa integrazione”.
Inoltre, “ci sarà più formazione come è necessaria ai fini della sicurezza e della tutela dei lavoratori mentre si intensifica l’attività di manutenzione degli impianti la cassa integrazione resta quella che era stata già programmata”. Nonostante le sferzanti campane sindacali, sempre pronte a suonare al ritmo dell’apocalisse, il programma per la rigenerazione dell’Ex Ilva e per la difesa dei lavoratori è già stato tracciato con chiarezza.