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Il deputato di FdI, Giovanni Donzelli

Il caso

«Una gravissima ferita per la democrazia»: Donzelli avverte sulla vera posta in gioco del “metodo Report”

Politica - di Luciana Delli Colli - 7 Novembre 2025 alle 17:38

«Una gravissima ferita alla tenuta democratica delle istituzioni. Non c’è una sola spiegazione consentita dalla legge e dalla Costituzione per cui un giornalista possa essere in possesso e pubblicare le conversazioni private tra un componente di una autorità di garanzia e un parlamentare senza che siano stati loro a consegnarle spontaneamente». Così il deputato e responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, ha commentato le anticipazioni della prossima puntata di Report, che parlano di un messaggio che nell’aprile del 2021 l’allora leader dell’unico partito di opposizione, Giorgia Meloni, avrebbe inviato al membro del Garante della privacy Agostino Ghiglia in merito all’intervento dell’Autorità sul Green Pass.

La posta in gioco del “metodo Report”

Donzelli sottolinea come «nemmeno una autorità giudiziaria in presenza di una ipotesi di reato, e non è certo questa la fattispecie, potrebbe farne uso senza l’autorizzazione del Parlamento». Ma «nel caso specifico Report va persino oltre: pubblica uno scambio di messaggi privati del 2021 tra Agostino Ghiglia e Giorgia Meloni».

Donzelli: «Un serio attacco alla tenuta democratica»

Per il parlamentare di Fratelli d’Italia si tratta di «un serio attacco alla tenuta democratica non solo perché si parla dell’attuale Presidente del Consiglio, ma perché Giorgia Meloni all’epoca dei fatti era il leader dell’unico partito di opposizione». «Ranucci spia da anni i componenti di autorità di garanzia che hanno il compito di controllare il suo operato? Spiava il leader dell’unica opposizione nel 2021? Ha diversamente rubato oggi a posteriori conversazioni private dell’attuale Presidente del Consiglio?», chiede dunque Donzelli, sottolineando che «non è possibile nemmeno trincerarsi dietro l’interesse pubblico all’informazione, perché la contrarietà di Giorgia Meloni al Green Pass era ben nota e l’apprezzamento per le scelte del Garante della privacy pubbliche».

Non giornalismo d’inchiesta, ma «violazione palese della Costituzione»

Dunque, «comunque la si possa vedere non si tratta più di giornalismo di inchiesta, che tutti difendiamo e tuteliamo, ma di violazione palese della Costituzione e delle leggi poste a garanzia della tenuta democratica. Le opposizioni per prime – ha concluso Donzelli – dovrebbero preoccuparsi di questa pericolosa deriva anticostituzionale».

Procura di Roma e Copasir acquisiscono l’audizione in Antimafia

Intanto, le autorità competenti si muovono per fare luce sui contenuti dell’audizione del giornalista davanti alla Commissione Antimafia. In quella sede Ranucci ha chiesto la secretazione della risposta a una domanda del senatore M5S Roberto Scarpinato, che, creando un collegamento con l’attentato subito dal giornalista, aveva tirato in ballo il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Un vicenda rispetto alla quale Fazzolari ha manifestato subito tutto il suo sgomento, valutando anche l’opportunità di una denuncia perché «se non andassi avanti con un’azione legale finirei con l’avvalorare le accuse di Ranucci, se invece scegliessi di tutelarmi verrei accusato di intimidire la stampa». In ogni caso, ha chiarito Fazzolari, «le accuse sono troppo gravi per farle cadere nel vuoto» .

L’audizione è ora sul tavolo della Procura di Roma, cui l’ha inviata la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, rispondendo a un richiesta avanzata dai pm nell’ambito dell’inchiesta avviata dopo l’attentato dello scorso 16 ottobre. Ma si è mosso anche il Copasir, chiedendo inoltre gli atti della successiva Commissione di Vigilanza Rai.

Gli esponenti di FdI in Antimafia, pur essendo vincolati al segreto sul merito di quanto detto da Ranucci, nei giorni successivi hanno invitato il giornalista a dire apertamente ciò che aveva riferito su Fazzolari, in modo da sgombrare il campo dalle illazioni e dalle dietrologie scatenate dalla richiesta di segreto che, avevano sottolineato, non appariva giustificata dal contenuto della risposta. Una sfida che Ranucci non ha raccolto.

FdI: «Bene l’acquisizione da parte della Procura»

«Bene l’acquisizione da parte della Procura della Repubblica di Roma del verbale dell’audizione resa martedì scorso dal giornalista Sigfrido Ranucci avanti la Commissione parlamentare Antimafia. Il delitto di calunnia, secondo l’articolo 368 del codice penale, è procedibile d’ufficio senza necessità di querela da parte della persona offesa, ed essendo un reato istantaneo si consuma nel preciso momento in cui l’autorità giudiziaria viene a conoscenza della falsa accusa», ha detto il deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Pellicini, componente della Commissione Giustizia.

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di Luciana Delli Colli - 7 Novembre 2025