Il piano Usa per Kiev e Mosca
Ucraina, il politologo francese Tertrais: “L’Italia di Meloni strategica, eccellente la proposta sull’articolo 5 della Nato”
Ce la farà Donald Trump a spuntarla con Putin per il cessate il fuoco in Ucraina? Il rischio di assistere a una ripetizione del vertice di Anchorage in Alaska, che alla fine non ha prodotto risultati è concreto ma stavolta la situazione è diversa. Ne ragiona con il Corriere della Sera Bruno Tertrais, uno dei più stimati politologi francesi, che fa il punto mettendo a confronto anche l’impegno della Casa Bianca sul fronte mediorientale. E nel discorso gli “scappa” una nota di merito al governo Meloni per la sua postura di ponte tra Washington e l’Unione europea.
Ucraina, il politologo francese Tertrais: il piano russo-americano ha delle chance
“Anchorage è stata un incontro in cui c’erano soltanto gli americani e i russi. E qui abbiamo avuto comunque un processo che partiva da un testo. Questo è qualcosa di molto diverso. La possibilità che sia di nuovo un fuoco di paglia è reale, ma la differenza sta nel carattere dettagliato di quello che chiamo il piano russo-americano”. Così vicedirettore del think tank Fondation pour la recherche stratégique.
“Il carattere dettagliato di questo piano lasciava intravedere un processo di negoziazione più serio e duraturo rispetto ai precedenti. Ricorda un po’ ciò che è stato fatto per il Medio Oriente”.
La Russia non molla, più facile il piano Trump su Gaza
Simile l’atteggiamento di Trump nei confronti del conflitto israelo-palestinese. “Il momento in cui l’amministrazione Trump si dice: “Ne ho abbastanza di questa faccenda, cercherò di risolvere il problema una volta per tutte”, il coinvolgimento di Jared Kushner, il fatto che vi sia un Consiglio di pace presieduto da Trump: tutto ciò ricorda in definitiva un po’ quanto è accaduto quest’estate con il piano Trump per Gaza. Nel momento in cui Trump prende l’iniziativa su Gaza, le due parti sono, in un certo senso, pronte a una stabilizzazione della situazione”, spiega Tertrais. “Non credo che questo sia il caso oggi per la Russia. Alla fine, penso che questo approccio abbia più possibilità di altri di sfociare in un processo negoziale solido. Ma resta il fatto che ha molte meno probabilità di successo rispetto al piano Trump su Gaza”.
Bene l’Italia, eccellente la proposta sulle garanzie di sicurezza
Netto il giudizio sul ruolo giocato dall’Italia e dal governo Meloni. “Sul piano politico, l’Italia è al tempo stesso pienamente impegnata nel gruppo degli europei che sostengono l’Ucraina — dunque ha firmato il comunicato di sabato scorso — e cerca di non lasciare che gli E3, cioè Germania, Francia e Gran Bretagna, decidano tutto per l’Europa. Cosa del tutto comprensibile e in cui, a mio avviso, è riuscita piuttosto bene, anche perché Meloni sa usare un buon atteggiamento con Trump. Per quanto riguarda le garanzie di sicurezza di tipo Nato, penso che sia un’eccellente proposta e che la maggior parte degli europei sia d’accordo, ma sarà molto difficile da accettare per la Russia. Sarebbe accettabile per l’Ucraina se si trattasse davvero di un impegno con lo stesso linguaggio e lo stesso status giuridico dell’articolo 5 della Nato, e sarebbe un’ottima soluzione. Temo tuttavia che non sia accettabile per la Russia”.