L'azienda si infuria
Tra Xi e Trump c’è di mezzo Alibaba: un rapporto segreto svela lo spionaggio dell’e-commerce cinese sull’esercito americano
Il colosso cinese di e-commerce Alibaba ha criticato un articolo del Financial times, che accusava il gruppo di aiutare l’esercito cinese contro gli Stati Uniti. Secondo il quotidiano britannico, l’azienda di Hangzhou “fornisce un supporto tecnico alle operazioni dell’esercito cinese contro obiettivi americani”. L’analisi si basava su un memo top secret Casa Bianca. Peraltro, secondo la testata, quel documento sostiene che Alibaba trasmetterebbe i dati dei membri dell’esercito e alle autorità cinesi, in particolare indirizzi Ip e le cronologie degli acquisti. Nonostante ciò, il giornale economico-finanziario ha spiegato di non poter verificare in modo indipendente queste affermazioni, anche se la Casa Bianca considererebbe le azioni di Alibaba come una vera e propria minaccia per la sicurezza nazionale.
Alibaba sull’articolo del Financial Times: “Qualcuno vuole sabotare l’accordo tra Trump e Xi”
“Le affermazioni e le insinuazioni contenute nell’articolo sono totalmente false”, ha affermato un portavoce del gruppo Alibaba all’Afp. Per l’e-commerce si tratterebbe di una “operazione di pubbliche relazioni malvagia proveniente chiaramente da una persona senza scrupoli, che cerca di nuocere al recente accordo commerciale del presidente Trump” e del suo omologo Xi Jinping. A fine ottobre, i due si sono interfacciati dopo mesi di guerra commerciale a colpi di dazi. Sulla questione è intervenuto anche Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata cinese negli Usa, scrivendo su X che il governo cinese “non ha mai obbligato e non obbligherà mai aziende o individui a raccogliere o fornire dati situati in Paesi stranieri in violazione del diritto locale”.
Washington e Pechino sono già impegnate in una battaglia tecnologica
Negli ultimi anni, Washington e Pechino sono impegnate in una battaglia di natura tecnologica, soprattutto per dominare il settore dell’intelligenza artificiale. Giovedì, la start-up statunitense di Ia Anthropic ha annunciato di aver sventato una campagna di cyberspionaggio, condotta in gran parte autonomamente dall’intelligenza artificiale. Secondo un dossier dell’azienda californiana, l’operazione è stata attribuita a un gruppo chiamato Gtg-1002 e sostenuto dallo Stato cinese. Un altro portavoce della diplomazia cinese, Lin Jian, ha affermato venerdì di non essere “a conoscenza” di questo rapporto e che Pechino combatte continuamente le attività di pirateria informatica.