La sua difesa
Tegola su Chiara Ferragni, il pm chiede un anno e otto mesi per il Pandoro gate. L’influencer accusata di truffa aggravata
Tegola su Chiara Ferragni. La Procura di Milano ha chiesto di condannare a 1 anno e 8 mesi l’influencer nel processo per truffa aggravata sul Pandoro Pink Christmas e la beneficienza legata alle uova di Pasqua. Due operazioni commerciali che, secondo l’accusa ipotizzata dal pm Christian Barilli e dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, sarebbero state “mascherate” da iniziative benefiche, facendo ottenere a Ferragni un “ingiusto profitto” stimato complessivamente in 2 milioni e 225 mila euro, più altri benefici legati al “ritorno di immagine” non calcolabili.
Chiara Ferragni, la scelta del rito abbreviato
La richiesta di condanna della pubblica accusa tiene conto della scelta del rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena per l’imputato. Oltre a Ferragni, sotto processo ci sono il suo ex braccio destro Fabio Maria Damato e il patron di Dolci Preziosi, Francesco Cannillo: per loro la procura ha chiesto condanne pari rispettivamente a 1 anno e 8 mesi e 1 anno di carcere. “Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in buona fede. Non ci abbiamo mai lucrato”. E’ quanto, in sostanza, ha detto Chiara Ferragni nelle dichiarazioni spontanee rese all’udienza del processo. “Sono fiduciosa, non posso dire altro”, ha aggiunto all’uscita dall’aula a fin udienza.
I legali: “Verrà fuori la sua innocenza”
“Verrà fuori la sua innocenza”, ha assicurato l’avvocato Marcello Bana che assiste la 38enne con il collega Giuseppe Iannaccone. In aula l’imprenditrice ha ricostruito le vicende dei contratti di partnership stipulati con Balocco e Dolci Preziosi per le campagne benefiche di Natale 2022 e Pasqua ’21-’22: diventate oggetto delle contestazioni di Procura e guardia di finanza. Ferragni ha ribadito di aver sempre agito in buona fede e raccontato di come negli anni si sia impegnata in numerose attività di beneficenza. A partire dalla raccolta fondi lanciata nel marzo 2020 per sostenere l’ospedale San Raffaele nella creazione di nuovi posti letti all’interno del reparto di terapia intensi. Da destinare all’emergenza Covid in piena pandemia e lockdown.
La tutela dei consumatori
“Ci siamo adeguati alle richieste del pubblico ministero, chiedendo ovviamente un intervento proprio a tutela dei tanti consumatori che non avevano trovato voce prima di oggi all’interno di questo processo”. Lo ha affermato Aniello Chianese, legale dell’associazione Casa del consumatore. “L’imputata ha fatto delle dichiarazioni spontanee, ha snocciolato un po’ la sua carriera e sicuramente tante attività benefiche che in passato ha svolto a favore di tanti soggetti bisognosi”, ha proseguito Chianese. Sottolineando però che “oggi al centro dell’indagine e del processo ci sono tre operazioni ben definite per le quali ovviamente noi chiediamo che risponda in sede anche penale”. Perché “convinti che i consumatori siano stati truffati”.
L’associazione è stata ammessa parte civile nel corso dell’udienza. Chianese ha ribadito che “ci sono tantissime mail che dimostrano il ruolo delle societaà della signora Ferragni e del manager Damato a sostegno proprio della strategia commerciale che è stata adottata per commercializzare questo tipo di prodotti, completamente autonomi rispetto alle scelte di far beneficenza: quindi la vendita è sempre stata scissa e separata dalle attività di beneficenza; ma sono state veicolate queste informazioni assolutamente false e con gravi danni ai consumatori che hanno acquistato questi prodotti in massa”.