Ma quale inerzia
Sicurezza, Meloni demolisce il racconto della sinistra. Parlano i numeri: lotta alla mafia, nuovi agenti assunti, modello Caivano
È il nuovo pallino delle sinistre a corto di argomenti e smaniose di trovare i falli del governo su argomenti particolarmente sentiti dai cittadini come sicurezza e sanità pubblica. Peccato che i numeri smentiscano tutte le accuse di inerzia a Palazzo Chigi, amplificati dalla stampa “amica” rigorosamente antigovernativa.
Sicurezza, Meloni demolisce il racconto della sinistra
Sul dossier sicurezza è la stessa premier Giorgia Meloni con un lungo post su X a confutare i luoghi comuni dell’opposizione sull’allarme sicurezza. “Non ignoriamo la realtà. E sappiamo bene che esistono criticità e fatti gravi che preoccupano i cittadini. Stiamo ponendo rimedio a decenni di lassismo e sottovalutazione”. Così la presidente del Consiglio che assicura che il governo non intende arretrare di un millimetro.
Negli ultimi tre anni assunti 37.400 agenti, 1 miliardo e mezzo per rinnovare i contratti
“Continueremo a rafforzare, migliorare e intervenire. Perché la sicurezza degli italiani è una responsabilità quotidiana e un impegno che intendiamo onorare fino in fondo”. Meloni affronta direttamente gli esponenti della sinistra che sostengono che questo governo “non avrebbe investito nulla sulla sicurezza”. Una tesi comoda, ma smentita dai numeri. “Negli ultimi tre anni”, puntualizza la premier, “abbiamo già assunto circa 37.400 agenti nelle forze di polizia e prevediamo, da qui al 2027, altre 31.500 assunzioni”. E ancora: “Abbiamo stanziato un miliardo e mezzo per rinnovare i contratti del comparto. E abbiamo già sottoscritto il rinnovo dei contratti dell’ultimo triennio per le forze di polizia, con aumenti medi lordi mensili di 198 euro. Abbiamo sbloccato investimenti fermi da tempo e potenziato mezzi, strutture e tecnologie”.
Lotta alle occupazioni abusive, all’accattonaggio, alle truffe
Le opposizioni farebbero bene a spulciare tra le pieghe del decreto Sicurezza prima di alzare polveroni. “Abbiamo previsto strumenti più rapidi ed efficaci contro le occupazioni abusive, i borseggi, l’accattonaggio minorile, le rivolte nelle carceri e le truffe agli anziani. Abbiamo introdotto pene più severe per chi minaccia e aggredisce i nostri uomini e donne in divisa”, continua il post di Meloni. “Abbiamo rafforzato la tutela legale per agenti di polizia e militari che dovessero essere indagati o imputati per fatti inerenti al servizio. Abbiamo inoltre aumentato i presìdi nelle aree più sensibili: ospedali, stazioni, scuole e periferie. Negli ultimi anni sono stati effettuati milioni di controlli, con una presenza dello Stato sempre più stabile sul territorio”.
Lotta alle mafie, il modello Caivano parla da solo
Sulla lotta alle mafie il cambio di passo del governo è nei numeri. Meloni cita i fatti: 108 latitanti catturati, 278 maxi-operazioni, migliaia di arresti, 6,5 miliardi di euro il valore dei beni sottratti alla criminalità e oltre 18 mila i beni confiscati restituiti alla collettività. Per non parlare di interventi complessi come Caivano, ” oggi un modello replicato in altri territori. Dimostrano che quando lo Stato investe, si organizza e resta, le cose cambiano davvero”.