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Sciopero, Francesca Albanese e Greta Thunberg star della protesta sindacale arruolate dalla sinistra per il corteo di Genova

I testimonial della protesta

Sciopero con casting da passerella rossa: sinistra e sindacati arruolano le eroine pro-Pal Albanese e Greta, e Roger Waters benedice

Lo sciopero di Cobas e Usb, da Genova Roma, trasformato in una passerella politica anti-governativa e per Gaza, con l'attivista svedese e la relatrice Onu arruolate come star sul red carpet sindacale, al posto dei lavoratori

Politica - di Chiara Volpi - 28 Novembre 2025 alle 16:49

Il copione è sempre lo stesso, ma questa volta il cast vanta nomi da passerella rossa (non proprio, o non solo, nel senso della traduzione di red carpet)… Il weekend di proteste che si è aperto oggi vede i sindacati di base, gli immancabili centri sociali e l’intera galassia della sinistra (radicale compresa) tentare disperatamente di riempire le piazze, non più (o non solo) con gli operai, ma con una carovana di testimonial vip auto-arruolati o reclutati, pronti a cambiarsi in corsa la casacca: da quella da attivisti in servizio effettivo e permanente pro Gaza. A quella da fedele militante della protesta anti-governativa dei sindacati e delle opposizioni parlamentari.

E così, ancora una volta – e nuovamente con inizio dei lavori (e dello spettacolo) di venerdì – la protesta contro la Manovra – e, diciamocelo, contro l’esecutivo Meloni tout court – torna ad allestirsi in una ennesima puntata di un talk show itinerante, dove l’unica cosa assente è il caro, vecchio tema del lavoro. Le motivazioni che muovono il corteo, i suoi satelliti e le sue stelle? Un mix esplosivo e universalistico: guerra, riarmo, attacco a Israele e, ovviamente, Palestina. E se ci avanza tempo, la finanziaria.

Sciopero, ecco sfilare il nuovo pantheon della protesta globale: dalla Albanese a Greta Thunberg

E allora venghino siioooori, venghino alla fiera delle vanità sindacal-pacifinte, per non perdere l’opportunità di veder sfilare tutti insieme appassionatamente da Greta Thunberg a Francesca Albanese, e da Yanis Varoufakis a Moni Ovadia. Passando per Thiago Avila e Vinicio Capossela, e magari fino a Sabina Guzzanti: tutti con il pensiero a Gaza e la Flotilla nel cuore.

Un cast da passerella rossa benedetto da Roger Waters

Un cast da piatto ricco, mi ci ficco, benedetto con un messaggio di sostengo arrivato niente poco di meno che da Roger Waters, il fondatore dei Pink Floyd che ha esplicitato in un video la propria vicinanza alla causa palestinese (e alle sue contaminazioni para-sindacali e pro-portuali). Forse con un pizzico di “nostalgia canaglia” per i muri e le cause radical-chic di una volta…

Il grido di battaglia delle eroine delle piazze Pro-Pal in versione corteo sindacale

Così, per sopperire alla scarsa mobilitazione delle basi (l’unità sindacale è un miraggio, con la Cgil balla da sola e marcia per conto suo), Cobas e Usb hanno chiamato a raccolta il nuovo Pantheon della protesta globale: a partire dalla relatrice dell’Onu Francesca Albanese che prontamente spiegato alle folle che «ci uniremo allo sciopero generale indetto dai portuali, dai sindacati e dalla Flotilla per sperimentare l’internazionalità delle lotte per un mondo più giusto: in Palestina. In Sudan. Congo, Italia, e in Europa. Noi ci siamo stancati di un sistema che ci fa sentire deboli, fragili e soli. La notte che stiamo vivendo sembrerà meno lunga e meno dura stando tutti assieme».

E, neanche a dirlo, la prima a rispondere all’appello è stata proprio l’infaticabile Greta, l’attivista climatica che messi in letargo orsi e calotte glaciali ha preso il largo con la Flotilla ma, tema marittimo a parte, la cui connessione con i salari dei portuali italiani resta un mistero insoluto. Fatto che sta che oggi, con furore – e per le prossime ore – l’attivista per tutte le stagioni è presente nel Bel Paese in veste di superstar attesa a Genova e Roma. Un must per chi, evidentemente, ha nostalgia degli influencer in piazza.

Tra sciopero portuale e nostalgia per la Flotilla

Si diceva dei portuali allora: perché il corteo a Genova si è radunato alle 8.30 alla stazione di Genova Brignole con l’intento di attraversare il centro della città fino al porto, dove gli operatori del settore avevano in programma anche un corteo via mare con diverse imbarcazioni coinvolte. Una strizzatina d’occhio nostalgica alla Flotilla, forse, i cui membri probabilmente hanno ancora un po’ di amaro in bocca – chissà? – per il fatto che in Medio Oriente si sia raggiunta la pace grazie a Donald Trump. Insomma, difficile negare che lo sciopero sia palesemente politico. Di più: quasi un congresso di partito ammantato del pannicello caldo della manifestazione sindacale, declinata alla tentazione esterofila del cast nel carnet manifestante, tanto per internazionalizzare l’evento.

Lo sciopero della sinistra che mischia tutti e di tutto un po’

E non a caso lo slogan torna a essere l’immortale «blocchiamo tutto», e con gli organizzatori – tra cui la Flotilla e il Global Movement to Gaza appunto – ossessionati dalla necessità di “fare rumore” contro il presunto “genocidio” e le spese militari. Dimenticando – al grido di «diciamo no a una manovra che taglia sanità, scuola e welfare mentre aumenta la spesa militare. È inaccettabile. Torniamo a riempire le piazze anche e soprattutto per Gaza e la Palestina: politica e media compiacenti vorrebbero il silenzio sul genocidio, noi invece facciamo rumore» – che i lavoratori, forse, vorrebbero discutere più prosaicamente di stipendi e pensioni.

La Questura, nel frattempo, si è preparata al weekend di fuoco appena cominciato e che ci attende, in assetto di guerra: mobilitando centinaia di agenti. Il timore è che le “frange minute” di anarchici e centri sociali – quelli che a Bologna lanciavano bombe carta con chiodi – possano inquinare il diritto a manifestare. Insomma, il solito copione della sinistra che sbandiera la democrazia per poi cedere la piazza ai violenti. Un triste spettacolo, dove il vero costo, alla fine della fiera, non lo pagano certo i vip sul palco, ma i cittadini intrappolati nel blocco e nel caos.

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