Stati generali a Cosenza
Schillaci: le nuove tecnologie sono uno strumento straordinario per costruire una sanità universale, gratuita ed equa
Il ministro della Salute interviene agli Stati generali di Cosenza sottolineando i principi su cui si fonda il nostro servizio sanitario nazionale e ricorda la "centralità del paziente e il ruolo insostituibile di medici e operatori sanitari"
“La sanità digitale non deve essere un fine in sé, ma uno strumento di equità, prossimità e qualità della cura, capace di rendere più sostenibile e umano, il nostro Servizio Sanitario Nazionale, con il contributo di tutti” Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo alla seconda edizione degli Stati generali della sanità digitale e delle terapie digitali, in corso a Cosenza.
Il responsabile della Salute del Governo Meloni, nel corso del suo intervento, ha ricordato che “Universalità e gratuità sono i principi su cui si ispira il nostro servizio sanitario nazionale, che all’estero viene considerato un punto di riferimento e un modello per tutti fuori dall’Italia”. E sono questi i pilastri da cui partire quando si parla di “innovazione tecnologica e digitalizzazione della salute, che ci danno oggi opportunità straordinarie per costruire un sistema più equo”.
Un servizio sanitario che ha bisogno di essere ammodernato
Il ministro Schillaci ha spiegato che “Ci sono fattori che devono essere considerati, perché il servizio sanitario nazionale dopo 47 anni ha bisogno di essere ammodernato”. Fattori come “la nostra demografia, l’invecchiamento della popolazione che porta con sé l’aumento delle patologie croniche e degenerative, la volontà dei cittadini di avere una risposta rapida adeguata e soprattutto di prossimità”.
Sanità digitale può essere la chiave di volta
“La sanità digitale” secondo il Ministro “può davvero essere la chiave di volta per affrontare nodi strutturali e preservare il carattere di universalità del nostro sistema sanitario e ci può aiutare a ridurre i divari di salute di natura geografica e sociale”. In questo senso ha ricordato “stiamo investendo per modernizzare l’infrastruttura sanitaria e condivido la convinzione che la trasformazione digitale però non possa essere solo tecnologica, ma anche una trasformazione culturale, organizzativa, di sistema. Questo richiede la partecipazione di tutti gli attori che sono coinvolti in questo processo: le istituzioni, il mondo accademico, i professionisti, le imprese e i cittadini in una logica di sistema realmente centrato sulla persona”.
Liberare le potenzialità dell’innovazione digitale
Schillaci ha ribadito che il suo Dicastero sta “lavorando per liberare tutte quelle sono le potenzialità dell’innovazione digitale, perché non resti un privilegio di pochi territori ma sia un diritto di tutti i cittadini. In questa prospettiva, dobbiamo considerare che gli interventi attuati con gli investimenti del PNRR e del Piano Nazionale Complementare, hanno reso possibili importanti progressi. Penso in primo luogo al Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, oggi attivo per oltre 57 milioni di italiani: l’implementazione di questo strumento al momento vede ancora differenze territoriali, ma una volta a regime sono certo che garantirà un’accessibilità ai servizi assolutamente omogenea”.
Al lavoro per costruire l’Ecosistema dei Dati Sanitari
“Abbiamo avviato il lavoro per costruire l’Ecosistema dei Dati Sanitari, che permetterà di trasformare le informazioni cliniche in strumenti intelligenti per la prevenzione, la diagnosi e la cura. Nel frattempo andiamo avanti con lo sviluppo dei servizi di telemedicina, cui abbiamo destinato 500 milioni in più rispetto al finanziamento iniziale, per garantire più prossimità dei servizi, maggiore equità di accesso e continuità assistenziale. Stiamo ammodernando il parco tecnologico e digitale ospedaliero, con la sostituzione di oltre tremila grandi apparecchiature con macchinari tecnologicamente avanzati, che sono già arrivati: oltre il 94% è già stato collaudato, ed è disponibile per i pazienti” ha continuato Schillaci. A tutto ciò si accompagnano gli investimenti per la formazione dei professionisti della nostra sanità, affinché dispongano delle competenze utili per gestire al meglio le nuove tecnologie: una formazione di cui, hanno già beneficiato 2500 unità di personale del Servizio Sanitario Nazionale”.
Centrali il paziente e l’insostituibile ruolo dei medici
“Lo sviluppo della sanità digitale e in particolare le applicazioni dell’intelligenza artificiale” – deve “andare di passo con la dimensione etica e umana della relazione di cura. La tecnologia è un alleato per migliorare prevenzione, ricerca, diagnosi e cura delle malattie. Ma al centro di questo processo, e lo dico anche da medico, resta la centralità del paziente e il ruolo insostituibile di medici e di tutti gli operatori sanitari nelle decisioni cliniche. Attraverso la collaborazione tra il mondo accademico, la ricerca e le istituzioni possiamo costruire una sanità del futuro che sia più giusta, intelligente, predittiva, partecipativa e inclusiva” ha concluso Schillaci.